sabato 12 marzo 2011

13 Marzo 2011. I Domenica di Quaresima. Domenica dell'Ortodossia

 

 

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Questa Domenica così come tutte quelle di Quaresima si celebrerà la Divina Liturgia di San Basilio il Grande

Andìfona

I. O Kìrios evasìlefsen, efprèpian enedhìsato, enedhìsato o Kìrios dhìnamin ke periezòsato.

II. Exomologhisàsthosan to Kirìo ta elèi aftù, ke ta thavmàsia aftù tis iìs ton anthròpon.

III. Enesàtosan aftòn i uranì ke i ghi, thàlassa ke pànda ta èrponda en aftì.

TROPARI

Tu lìthu sfraghisthèndos ipò ton Iudhèon, * ke stratiotòn filassòndon to àchrandòn su sòma, * anèstis triìmeros, Sotìr, * dhorùmenos to kòsmo tin zoìn. * Dhià tùto e Dhinàmis ton uranòn * evòon si, Zoodhòta: * Dhòxa ti anastàsi su, Christè, * dhòxa ti vasilìa su, * dhòxa ti ikonomìa su, mòne filànthrope.

Sebbene il sepolcro fosse sigillato dai Giudei e i soldati custodissero il tuo immacolato corpo, Tu, Salvatore, sei risorto al terzo giorno, dando la vita al mondo. Perciò le potenze celesti cantavano a te, o Vivificatore: gloria alla tua risurrezione, o Cristo, gloria al tuo regno, gloria alla tua provvidenza, o solo amico degli uomini.

Tin àchrandon ikòna su * proskinùmen, Agathè, * etùmeni sinchòrisin * ton ptesmàton imòn, * Christè o Theòs; * vulìsi gar ivdhòkisas * sarkì anelthìn en to stavrò, * ìna rìsis ùs èplasas * ek tis dhulìas tu echthrù; * òthen efcharìstos voòmen si: * Charàs eplìrosas ta pànda, o Sotìr imòn, * paraghenòmenos * is to sòse ton kòsmon.

Veneriamo la tua purissima icona, o buono, chiedendo perdono delle nostre colpe, o Cristo Dio. Ti sei benignamente degnato infatti di salire volontariamente con il tuo corpo sulla Croce per liberare dalla schiavitù del nemico coloro che tu hai plasmato; pertanto con riconoscenza a te gridiamo: hai riempito di gaudio l’universo, o nostro Salvatore, venuto a salvare il mondo.

Ti ipermàcho stratigò ta nikitìria, * os litrothìsa ton dhinòn efcharistìria * anagràfo si i Pòlis su, Theotòke. * All’os èchusa to kràtos aprosmàchiton, * ek pandìon me kindhìnon elefthèroson, * ìna kràzo si: * Chère, Nìmfi anìmfevte.

A te stratega condottiera che mi difendi, io, la tua città, grazie a te riscattata da tremende sventure, o Madre di Dio, dedico questi canti di vittoria in rendimento di grazie. E tu che possiedi l'invincibile potenza, li berami da ogni specie di pericolo, affinchè io a te acclami: Gioisci, Sposa inviolata!

APOSTOLOS (Eb. 11, 24-26. 32-40)

-

Benedetto sei tu, o Signore, Dio dei Padri nostri, e lodato e glorificato è il tuo nome nei secoli

- Poiché sei giusto in tutto ciò che hai fatto; e tutte le tue opere sono vere e rette le tue vie.

Lettura dalla lettera di Paolo agli Ebrei.

Fratelli, per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di esser chiamato figlio della figlia del Faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere per breve tempo del peccato. Questo perché stimava l’obbrobrio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto; guardava infatti alla ricompensa. E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo, se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti, i quali per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati di loro il mondo non era degno! Vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra. Eppure, tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa: Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.

Alliluia (3 volte).

- Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti, e Samuele tra quanti invocano il suo nome. Alliluia (3 volte).

- Invocavano il Signore ed egli rispondeva, parlava loro da una colonna di nubi. Alliluia (3 volte).

VANGELO  (Gv. 1, 43-51)

In quel tempo, Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: “Seguimi”. Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret”. Natanaèle esclamò: “Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo”.

MEGALINARION

Epì sì chèri, Kecharitomèni, pàsa i ktìsis, * anghèlon to sìstima ke anthròpon to ghènos, * ighiasmène naè ke paràdhise loghikè, * parthenikòn kàfchima, * ex ìs Theòs esarkòthi, * ke pedhìon ghègonen * o pro eònon ipàrchon Theòs imòn. * Tin gàr sìn mìtran thrònon epìise, * ke tin sìn gastèra platitèran * uranòn * apirgàsato. * Epì sì chèri, * Kecharitomèni, * pàsa i ktìsis, * dhòxa si.

In te si rallegra, o piena di grazia, tutto il creato: e gli angelici cori e l’umana progenie, o tempio santo e razionale paradiso, vanto delle vergini. Da te ha preso carne Dio ed è divenuto bambino colui che fin dall’eternità è il Dio nostro. Del tuo seno infatti egli fece il suo trono, rendendolo più vasto dei cieli. In te, o piena di grazia, si rallegra tutto il creato. Gloria a te.

Epi si Cheri della Tradizione Greco-Albanese di Sicilia

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