domenica 17 aprile 2011

Orai della Grande e Santa Settimana 2011

 

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ORARI DELLA GRANDE E SANTA SETTIMANA 2011.

DOMENICA 17 APRILE: DOMENICA DELLE PALME

ORE 10.30 DIVINA LITURGIA PONTIFICALE

ORE 18.00 UFFICIO DEL NYMFIOS

 

LUNEDI' 18 APRILE: GRANDE E SANTO LUNEDI'

ORE 08.30 DIVINA LITURGIA PROJASMENA

ORE 18.00 UFFICIO DEL NYMFIOS

 

MARTEDI' 19 APRILE: GRANDE E SANTO MARTEDI'

ORE 08. 30 DIVINA LITURGIA PROJASMENA

ORE 18.00 UFFICIO DEL NYMFIOS

 

MERCOLEDI' 20 APRILE: GRANDE E SANTO MERCOLEDI'

ORE 08.30 DIVINA LITURGIA PROJASMENA

ORE 18.00 UFFICIO DELL'ORTHROS DEL GRANDE GIOVEDI'

 

GIOVEDI' 21 APRILE : GRANDE E SANTO GIOVEDI'

ORE 10.30 VESPRI E DIVINA LITURGIA DI SAN BASILIO IL GRANDE, A CUI SEGUIRA' L'AKOLUTHIA DELLA LAVANDA DEI PIEDI.

ORE 18.00 UFFICIO DELLE SANTE ED IMMACOLATE PASSIONI

 

VENERDI' 22 APRILE: GRANDE E SANTO VENERDI'

ORE 09.30 UFFICIO DELLE GRANDI E REGALI ORE

ORE 11.30 VESPRO DELLA DEPOSIZIONE DALLA CROCE

ORE 18.00 UFFICIO DELL'EPITAFIOS THRINOS

ORE 20.30 PROCESSIONE

 

SABATO 23 APRILE: GRANDE E SANTO SABATO

ORE 10.30 VESPRO E DIVINA LITURGIA DI SAN BASILIO IL GRANDE, AMMINISTRAZIONE DEI BATTESIMI

ORE 24.00 UFFICIO DELLA RESURREZIONE E DIVINA LITURGIA

 

DOMENICA 24 APRILE: LA SANTA E GRANDE DOMENICA DI PASQUA

ORE 10.30 DIVINA LITURGIA PONTIFICALE

ORE 18.00 VESPRO DELLA PACE

sabato 16 aprile 2011

Domenica 17 Aprile 2011. Domenica delle Palme

 

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ANTIFONE

1 Igàpisa òti isakùsete Kìrios tis fonìs tis dheìseòs mu.

Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson imàs.

Amo il Signore perché egli ascolta la voce della mia preghiera.

Per l’intercessione della Madre di Dio, o Salvatore, salvaci.

2 Epìstefsa, dhiò elàlisa, egò dhè etapinòthin sfòdhra.

Sòson imàs, Iiè Theù, o epì pòlu ònu kathesthìs, psàllondàs si: Alliluia.

Ebbi fede perciò parlai a Dio, ma ero afflitto oltremodo.

O Figlio di Dio, che hai cavalcato un puledro d’asina, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

3 Exomologhìsthe to Kirìo, òti agathòs, òti is ton eòna to èleos aftù.

Tin Kinìn anàstasin…

Celebrate il Signore perché egli è buono, perché in eterno è la sua misericordia.

Per confermare…

ISODHIKON

Evloghimènos o erchòmenos en onòmati Kirìu; Theòs Kìrios ke epèfanen imìn.

Sòson imàs, Iiè Theù, o epì pòlu ònu kathesthìs, psàllondàs si: Alliluia.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore; Il Signore è Dio ed è apparso a noi.

O Figlio di Dio, che hai cavalcato un puledro d’asina, salva noi che a te cantiamo: Alliluia.

TROPARI

Tin kinìn Anàstasin * pro tu su Pàthus pistùmenos, * ek nekròn ìghiras ton Làzaron, Christè o Theòs; * òthen ke imìs, os i pèdhes, * ta tis nìkis sìmvola fèrondes, * si to nikitì * tu thanàtu voòmen: * Osannà en tis ipsìstis, * evloghimènos o erchòmenos * en onòmati Kiriu.

Per confermare la comune risurrezione, prima della tua passione, hai risuscitato Lazzaro, o Cristo Dio, onde anche noi come i fanciulli, portando i simboli della vittoria, a Te vincitore della morte, gridiamo: Osanna nel più alto dei cieli, benedetto Colui che viene nel nome del Signore.

Sindafèndes si * dhià tu vaptìsmatos, * Christè o Theòs imòn, * tis athanàtu zoìs ixiòthimen * ti Anastàsi su, * ke animnùndes kràzomen: * Osannà en dis ipsìstis, * evloghimènos o erchòmenos * en onòmati Kirìu.

Sepolti assieme a Te, o Cristo Dio nostro, per mezzo del battesimo, per la tua risurrezione siamo fatti degni della vita immortale. Perciò inneggiando gridiamo a Te: Osanna nel più alto dei cieli; benedetto Colui che viene nel nome del Signore.

To thròno en uranò, * to pòlo epì tis ghìs * epochùmenos, Christè o Theòs, * ton Anghèlon * tin ènesin, * ke ton pèdhon * tin ìmnisin * prosedhèxo voòndon si: * Evloghimènos ì, o erchòmenos * ton Adhàm anakalèsasthe.

O Cristo Dio, che nei cieli sei assiso sul trono e sulla terra siedi su di un puledro, ti siano anche accette le lodi degli Angeli e le acclamazioni dei fanciulli giudei che a te gridano: Benedetto sei, Tu che vieni a rialzare Adamo.

APOSTOLOS (Filip. 4, 4-9)

- Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Il Signore è Dio ed è apparso a noi. (Sal. 117,26)

- Celebrate il Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia. (Sal. 117,1)

Lettura dalla lettera di Paolo ai Filippesi.

Fratelli, rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri. Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi!

Alliluia (3 volte).

- Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto prodigi. (Sal. 97,1)

Alliluia (3 volte).

- Tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio. (Sal. 97,3)

Alliluia (3 volte).

VANGELO 

(Giov. 12, 1-18)

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: “Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darlo ai poveri?” Questo egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: “Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”. Intanto una gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele! Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: “Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d’asina”. Sul momento i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che questo era stato scritto di lui e questo gli avevano fatto. Intanto la gente che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli rendeva testimonianza. Anche per questo la folla gli andò incontro, perché aveva udito che aveva compiuto quel segno.

MEGALINARION

Theòs Kìrios * ke epèfanen imìn. * Sistìsasthe eortìn * ke agallòmeni, *dhèfte megalìnomen Christòn, * metà vaìon ke klàdhon * ìmnis kravgàzondes: * evloghimènos o erchòmenos * en onòmati Kirìu * Sotìros imòn.

Il Signore è Dio e si è manifestato a noi: preparate la festa ed esultanti venite: magnifichiamo il Crist con palme e rami cantando l'inno: Benedetto colui che viene nel nome del Signore, nostro Salvatore.

sabato 9 aprile 2011

Domenica 10 Aprile 2011. V di Quaresima: Santa Maria Egiziaca

 

mariaegiziaca

 

TROPARI

Ton sinànarchon Lògon * Patrì ke Pnèvmati, * ton ek Parthènu techthènda * is sotirìan imòn, * animnìsomen, pistì, * ke proskinìsomen; * òti ivdhòkise sarkì * anelthìn en do stavrò, * ke thànaton ipomìne, * ke eghìre tus tethneòtas * en di endhòxo anastàsi aftù.

Fedeli, inneggiamo ed adoriamo il Verbo, coeterno al Padre e allo Spirito, che per la nostra salvezza è nato dalla Vergine. Egli si compiacque con la sua carne salire sulla croce e subire la morte e far risorgere i morti con la sua gloriosa risurrezione.

En si, Mìter, akrivòs * dhiesòthi to kat’ikòna; * lavùsa gar ton stavròn, * ikolùthisas to Christò, * ke pràttusa edhidhaskes * iperoràn men sarkòs, * parèrchete gar; * epimelìsthe dhe psichìs, * pràgmatos athanàtu, * dhiò ke metà Anghèlon sìnagàllete, * osìa Marìa, to pnèvma su.

In te, o Madre, hai avuto cura di conservare intatta l’immagine divina, poiché hai abbracciata la croce per seguire Gesù, insegnando con l’esempio a disprezzare la carne corruttibile, e ad apprezzare invece l’anima, opera immortale. Giustamente ora il tuo spirito, o Madre Maria, esulta in mezzo agli angeli.

Ti ipermàcho stratigò ta nikitìria, * os litrothìsa ton dhinòn efcharistìria * anagràfo sì i pòlis su, Theotòke. * All’os èchusa to kràtos aprosmàchiton, * ek pandìon me kindhìnon elefthèroson, * ìna kràzo si: Chère, Nìmfi anìmfefte.

A te stratega condottiera che mi difendi, io, la tua città, grazie a te riscattata da tremende sventure, o Madre di Dio, dedico questi canti di vittoria in rendimento di grazie. E tu che possiedi l'invincibile potenza, liberami da ogni specie di pericolo, affinchè io a te acclami: Gioisci, Sposa inviolata!

APOSTOLOS   (Eb. 9, 11-14)

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Fate voti al Signore vostro Dio e adempiteli. (Sal. 76,12)

- Dio è conosciuto in Giudea, in Israele è grande il suo nome. (Sal. 75,2)

Lettura dalla lettera di Paolo agli Ebrei.

Fratelli, Cristo venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca che si sparge su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio vivente?

Alliluia (3 volte).

- Venite, esultiamo nel Signore, cantiamo inni di giubilo a Dio nostro Salvatore. (Sal. 94,1)

Alliluia (3 volte).

- Presentiamoci al suo cospetto con canti di lode, inneggiamo con canti di lode. (Sal. 94,2)

Alliluia (3 volte)

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VANGELO 

(Mc. 10, 32-45)

In quel tempo Gesù, prendendo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto. “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà”.

E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: “Maestro noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo”. Egli disse loro: “Cosa volete che io faccia per voi?” Gli risposero: “Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”. Gesù disse loro: “Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo e ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?” Gli risposero: “Lo possiamo”. E Gesù disse: “Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato”.

All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: “Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.

MEGALINARION

Epì sì chèri, Kecharitomèni, pàsa i ktìsis, * anghèlon to sìstima ke anthròpon to ghènos, * ighiasmène naè ke paràdhise loghikè, * parthenikòn kàfchima, * ex ìs Theòs esarkòthi, * ke pedhìon ghègonen * o pro eònon ipàrchon Theòs imòn. * Tin gàr sìn mìtran thrònon epìise, * ke tin sìn gastèra platitèran * uranòn * apirgàsato. * Epì sì chèri, * Kecharitomèni, * pàsa i ktìsis, * dhòxa si.

In te si rallegra, o piena di grazia, tutto il creato: e gli angelici cori e l’umana progenie, o tempio santo e razionale paradiso, vanto delle vergini. Da te ha preso carne Dio ed è divenuto bambino colui che fin dall’eternità è il Dio nostro. Del tuo seno infatti egli fece il suo trono, rendendolo più vasto dei cieli. In te, o piena di grazia, si rallegra tutto il creato. Gloria a te.

sabato 2 aprile 2011

Domenica 3 Aprile 2011. IV Domenica di Quaresima, di San Giovanni Climaco

 

giovanni climaco1

TROPARI

To fedhròn tis Anastàseos kìrigma * ek tu anghèlu mathùse * e tu Kirìu mathìtrie, * ke tin progonikìn apòfasin aporrìpsase * tis Apostòlis kafchòmene èlegon: * Eskìlefte o thànatos, * ighèrthi Christòs o Theòs, * dhorùmenos to kòsmo to mèga èleos.

Appreso dall’Angelo il lieto annunzio della risurrezione e rigettata l’ereditaria condanna, le discepole del Signore esultanti dissero agli apostoli: è stata sconfitta la morte. Cristo Dio è risorto, elargendo al mondo la grande misericordia.

Tes ton dhakrìon su roès * tis erìmu ton àgonon egheòrghisas; * ke tis ek vàthus stenagmìs, * is ekatòn tus pònus ekarpofòrisas; * ke ghègonas fostìr * ti ikumèni làmbon tis thàvmasin, * Ioànni patìr imòn òsie. * Prèsveve Christò to Theò * sothìne tas psichàs imòn.

Coi torrenti delle tue lacrime, rendesti fecondo lo sterile deserto, e, coi profondi sospiri, facesti rendere al centuplo le tue fatiche; e divenisti un luminare, splendente al mondo in prodigi, Giovanni padre santo nostro. Intercedi presso Cristo Dio perché siano salve le nostre anime.

Ti ipermàcho stratigò ta nikitìria, * os litrothìsa ton dhinòn efcharistìria * anagràfo sì i pòlis su, Theotòke. * All’os èchusa to kràtos aprosmàchiton, * ek pandìon me kindhìnon elefthèroson, * ìna kràzo si: Chère, Nìmfi anìmfefte.

A te stratega condottiera che mi difendi, io, la tua città, grazie a te riscattata da tremende sventure, o Madre di Dio, dedico questi canti di vittoria in rendimento di grazie. E tu che possiedi l'invincibile potenza, liberami da ogni specie di pericolo, affinchè io a te acclami: Gioisci, Sposa inviolata!

APOSTOLOS   (Eb. 6, 13-20)

-Il Signore darà forza al suo popolo, il Signore benedirà il suo popolo con la pace. (Sal. 28,11)

- Portate al Signore, figli di Dio, portate al Signore dei figli di arieti. (Sal. 28,1)

Lettura dalla lettera di Paolo agli Ebrei.

Fratelli, quando Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per uno superiore a sé, giurò per se stesso, dicendo: “Ti benedirò e ti moltiplicherò molto”. Così, avendo perseverato, Abramo conseguì la promessa. Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro e per loro il giuramento è una garanzia che pone fine ad ogni controversia. Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l’irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento perché grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi che abbiamo cercato rifugio in lui avessimo un grande incoraggiamento nell’afferrarci saldamente alla speranza che ci è posta davanti. In essa infatti noi abbiamo come un’àncora della nostra vita, sicura e salda, la quale penetra fin nell’interno del velo del santuario, dove Gesù è entrato per noi come precursore, essendo divenuto sommo sacerdote per sempre alla maniera di Melchìsedek.

Alliluia (3 volte).

- Buona cosa è lodare il Signore, e inneggiare al tuo nome, o Altissimo. (Sal. 91,2) Alliluia (3 volte).

- Annunziare al mattino la tua misericordia, la tua verità nella notte. (Sal. 91,3) Alliluia (3 volte).

VANGELO 

(Mc. 9, 17-31)

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: “Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”. Egli allora in risposta, disse loro: “O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me”. E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: “Da quanto tempo gli accade questo?”. Ed egli rispose: “Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci”. Gesù gli disse: “Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede”. Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: “Credo, aiutami nella mia incredulità”. Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: “Spirito muto e sordo, io te l’ordino, esci da lui e non vi rientrare più”. E gridando e scuotendo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicchè molti dicevano: “È morto”. Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi.Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: “Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?”. Ed egli disse loro: “Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera e con il digiuno”.Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: “Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà”.

MEGALINARION

Epì sì chèri, Kecharitomèni, pàsa i ktìsis, * anghèlon to sìstima ke anthròpon to ghènos, * ighiasmène naè ke paràdhise loghikè, * parthenikòn kàfchima, * ex ìs Theòs esarkòthi, * ke pedhìon ghègonen * o pro eònon ipàrchon Theòs imòn. * Tin gàr sìn mìtran thrònon epìise, * ke tin sìn gastèra platitèran * uranòn * apirgàsato. * Epì sì chèri, * Kecharitomèni, * pàsa i ktìsis, * dhòxa si.

In te si rallegra, o piena di grazia, tutto il creato: e gli angelici cori e l’umana progenie, o tempio santo e razionale paradiso, vanto delle vergini. Da te ha preso carne Dio ed è divenuto bambino colui che fin dall’eternità è il Dio nostro. Del tuo seno infatti egli fece il suo trono, rendendolo più vasto dei cieli. In te, o piena di grazia, si rallegra tutto il creato. Gloria a te.