sabato 17 dicembre 2011


Domenica 18 Dicembre 2011
Si fa memoria:
Domenica prima del Natale - dei S.s. Padri: da Abramo fino a Giuseppe, sposo di Maria Vergine


Il 18 di questo mese, se cade in domenica, oppure la do­menica che lo segue immediatamente - e che è anche det­ta ‘Do­me­nica che precede la Natività di Cristo’ - fac­ciamo memoria di tutti i padri che dall’inizio del mondo si sono resi graditi a Dio, da Adamo sino a Giuseppe, sposo della san­tissima Madre-di-Dio.
.
VESPRO DEL SABATO
Vergine tutta immacolata, * vivente reggia di Dio, * tu hai portato in te * colui che i cieli non possono contenere: * nella grotta lo partorirai * oltre ogni com­pren­sio­ne, * divenuto povero e fatto carne, * per deificare me * e arric­chire colui che era divenuto povero˚ * per la sua intemperanza * di fronte all’amarissimo frutto˚.
Registrato, o Cristo, tra gli schiavi, * per comando di Ce­sare˚, * nella tua amorosa compassione, * tu vieni a do­nare la libertà, * la vita e la redenzione, o paziente, * ai servi ingrati * che venerano la Natività salvifica, * di colui che è venuto a sal­vare le anime nostre.
La tutta santa, l’immacolata, * vedendo il parto incom­prensibile * che rinnovava le leggi della natura, * escla­mava al Figlio: * Figlio amatissimo, * sono sbigottita per questo grande mistero: * come dunque, pur avendo gene­rato, * sono vergine per la tua potenza, * di te, che tutto compi col tuo volere?
Dei santi padri. Tono pl. 4. Il paradiso dell’Eden.
Celebrando oggi, o fedeli, * la memoria dei pro­genitori, * inneggiamo al Cristo Redentore, * al Signore che li ha resi grandi * fra tutte le genti * e ha fedelmente compiuto straordinari prodigi, * perché è forte e potente˚; * da essi ha reso per noi scettro di poten­za˚, * la sola ignara d’uomo e Ma­dre-di-Dio, la pura Ma­ria, * dalla quale è venuto il fiore, Cri­sto˚, * che ha fatto germogliare per tutti * la vita, il diletto che non vien meno * e l’eterna salvezza.
In mezzo alla fiamma * come sotto una fine piog­gerella, * per la rugiada dello Spirito, * esultanti i fan­ciulli di Dio misticamente passeggiavano˚, * in essa prefi­gurando la Triade * e l’incarnazione di Cristo; * e poi­ché erano sapienti grazie al­la fede, * estinsero la potenza del fuoco; * anche il giusto Da­niele poté chiudere le fauci dei leoni˚. * Piegandoti per le lo­ro preghiere, * o Salvatore ami­co degli uomini, * libera anche noi * dal fuoco eterno e inestinguibile, * e rendici degni di otte­nere * il tuo regno celeste.
I tuoi fedeli e santi fanciulli, * stando nella fornace in­fuocata * come sotto la rugiada˚, * prefiguravano misti­ca­mente * la tua venuta dalla Vergine, * che ha rifulso per noi * sen­za bruciarci. * Anche il giusto Daniele, * mirabile tra i pro­fe­ti, * chiaramente manifestando il tuo divino secondo av­ven­to, * gridava: * Io guardavo, ed ecco furono posti dei tro­ni, * e il Giudice si assise * e si riversò un fiume di fuoco˚: * da esso possiamo noi essere liberati, * o Cristo, * per le loro suppliche, * o Sovrano.
Gloria. Tono pl. 2.
Daniele, uomo dilettissimo˚, * avendoti contemplato, o Signore, * come pietra tagliata senza opera d’uomo˚, * ha preannunciato come bambino generato senza seme * te, Verbo incarnato dalla Vergine, * Dio immutabile * e Salvatore delle anime nostre.
Ora e sempre. Proeórtion. Stesso tono.
Prepàrati, o grotta: * perché viene l’agnella, * portando in seno il Cristo. * Ricevi, o greppia, * colui che con la parola * ha liberato noi abitanti della terra * dal nostro agire contro ragio­ne. * Pastori che pernottate nei campi, * testimoniate il tremen­do prodigio˚. * E voi magi dalla Persia, * offrite al Re * oro, in­censo e mirra˚: * perché è apparso il Signore * dalla Vergine Madre. * Inchinandosi davanti a lui come serva, * la Madre lo ha adorato, * dicendo a colui che portava fra le braccia: * Come sei stato seminato in me? * O come in me sei stato generato, * mio Redentore e Dio?
Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture (v. sopra, alla Domenica dei santi Padri, ottobre, pp. 742).
Allo stico, stichirá dall’októichos.
Gloria. Tono 2. Di Cipriano.
Gioite, venerabili profeti, * che avete ottimamente stabilito * la legge del Signore, * e per la fede siete apparsi * invitte colonne che non vacillano: * poiché voi vi siete anche mostrati * mediatori della nuova alleanza di Cri­sto; * e ora che siete passati al cielo, * supplicatelo di dare la pa­ce al mondo * e di salvare le anime nostre.
Ora e sempre. Proeórtion. Stesso tono.
Ecco, è vicino il tempo * della nostra salvezza: * prepàrati, grotta, * la Vergine si avvicina per partorire. * Rallégrati ed esulta, * Betlemme, terra di Giuda˚, * perché da te è sorto il no­stro Signore. * Ascoltate, monti e colli, * e voi regioni vicine al­la Giudea: * Cristo viene a salvare l’uomo che ha plasmato, * perché è amico degli uomini.
Apolytíkion dei padri. Tono 2.
Grandi sono le opere della fede! * Nella sorgente del fuoco, * come presso acqua di sollievo˚, * esultavano i tre santi fanciulli˚; * e il profeta Daniele * si mostrava pastore di leoni˚, * come di pecore. * Per le loro suppliche, o Cristo Dio, * salva le anime nostre.
Gloria. Ora e sempre. Proeórtion. Tono 4.
Si faceva registrare un tempo Maria a Betlemme, * insieme all’anziano Giuseppe, * in quanto della stirpe di Davide˚, * mentre era incinta * per una con­cezione senza seme. * Sopraggiuse il tempo del parto * e non vi era posto nel­l’albergo: * ma quale piacevole pa­lazzo, * si mostrava la grotta alla Regina˚. * Nasce Cristo, * per far risorgere la sua immagine˚ * un tempo caduta.

Nessun commento:

Posta un commento