venerdì 30 marzo 2012

SABATO PRIMA DELLE PALME   DEL SANTO E GIUSTO LAZZARO
Sinassario del minéo, poi il seguente.
Dopo l’exápsalmos, Il Signore è Dio, e quindi il seguente tropario, 3 volte.
Tono 1.

Per confermare la fede nella comune risurrezione, * prima della tua passione, * hai risuscitato Lazzaro dai morti, * o Cristo Dio: * noi dunque, come i fanciulli, * portando i simboli della vittoria gridiamo a te, * vincitore della morte: * Osanna nel piú alto dei cieli, * Benedetto colui che viene nel nome del Signore°.
Segue il káthisma: Ha detto il Signore al mio Signore.
Dopo questa sticología, il seguente káthisma.
Tono 1. Sigillata la pietra.
Impietosito dalle lacrime di Marta e di Maria, * ordinasti di rimuovere la pietra dalla tomba: * chiamando il morto lo risuscitasti, * spezzando le sbarre della morte° * e confer¬mando tramite lui, * o datore di vita, * la risurre¬zione del mondo. * Gloria alla tua signoria, o Salvatore, * gloria alla tua potenza, * gloria a te, che con la parola tutto hai creato°.
Gloria. Ora e sempre. Di nuovo lo stesso tropario.
Segue l’ámomos (salmo 118) e gli anastásima evloghitá-ria: Stupí il popolo degli angeli..., e gli altri, come di solito alla domenica, quindi il seguente káthisma:
Tono pl. 1. Cantiamo, fedeli.
O fonte della sapienza e della prescienza, * giunto a Betania, * tu interrogasti i vicini di Marta, esclamando: * Dove avete deposto l’amico Lazzaro? * E dopo averlo pianto con compassione, * risuscitasti con la tua voce il morto da quattro giorni, * o amico degli uomini, o pietoso: * perché tu sei datore di vita e Signore.
Gloria. Ora e sempre. Lo stesso tropario.
Contemplata la risurrezione di Cristo, e il salmo 50.
Non si legge il vangelo, fuorché nella chiesa di san Lazzaro.
Canone. Poema di Teofane. Tono pl. 4.
Ode 1.: Cantico di Mosè. Irmós.
Al Signore, * che ha condotto il suo popolo attraverso il Mar Rosso, * cantiamo un inno di vittoria, * perché si è reso glorioso°. 2 volte.
Tropari.
Con cenno divino * hai risuscitato Lazzaro morto, * perché sei tu l’artefice e il tesoriere della vita, * o amico degli uomini.
Con la parola, * hai risuscitato Lazzaro morto da quattro giorni, * o immortale, * ponendo vigorosamente termine * al cupo regno dell’ade.
A tutti hai mostrato un segno * della tua divinità piú che divina, * o Sovrano, * risuscitando Lazzaro morto da quattro giorni.
Oggi Betania, * danzando di gioia per la risurrezione di Lazzaro, * preannuncia la risurrezione del Cristo, * datore di vita.
Katavasía.
Attraversato l’umido elemento * come terra asciutta, * e fuggendo all’oppressione egizia, * l’israelita acclama¬va: * Cantiamo al nostro Redentore e Dio°.
Ode 3.: Cantico di Anna. Irmós.
Tu sei fortezza * di quanti accorrono a te, Signore°;tu sei luce degli ottenebrati, * e a te inneggia il mio spirito. 2 volte.

Tropari.
Manifestando le tue due energie, * hai rivelato, o Salvatore, * la duplicità delle nature: * perché tu sei Dio e uomo38 .
Tu che sei abisso di scienza, * domandi dove è stato deposto il morto, * mentre ti accingi a risuscitare il sepolto, * o datore di vita.
Mutando di luogo, ti mostri circoscritto°, * essendo divenuto un mortale, * tu che tutto riempi° * come Dio incircoscrivibile.
Tu che con la tua parola divina, * o Cristo, * hai risuscitato Lazzaro, * risuscita, ti prego, anche me, * morto per i molti peccati.
Katavasía.
O Signore, * creatore della volta celeste che ci ricopre, e fondatore della Chiesa, * rafforzami nel tuo amore°, * o vertice di ogni desiderio, * sostegno dei fedeli, * solo amico degli uomini.
Káthisma. Tono 4. Restò attonito Giuseppe.
Si presentarono a Cristo le sorelle di Lazzaro, * e piangendo amaramente, tra grida di dolore, * gli dissero: * Signore, Lazzaro è morto! * Ed egli, pur non ignorando il luogo della sepoltura, * in quanto Dio, * chiese loro: Dove l’avete posto? * Accostatosi quindi alla tomba, * chiamò Lazzaro morto da quattro giorni * che subito risuscitò, * e adorò colui che lo aveva risuscitato.
Un altro. Tono pl. 4. Ineffabilmente concepita in grembo.
Tutto preconoscendo come Creatore, * predicesti ai discepoli a Betania: * Il nostro amico Lazzaro si è oggi addormentato; * e, pur sapendo, domandavi: * Dove lo avete posto? * Ti rivolgesti in preghiera al Padre, piangen¬do, come uomo; * e chiamando colui che amavi, * risuscitasti dall’ade, o Signore, * Lazzaro morto da quattro giorni. * Per questo a te gridiamo: * Accetta, o Cristo Dio, * la lode che osiamo offrirti, * e rendici tutti degni della tua grande gloria.
Ode 4.: Cantico di Abacuc. Irmós.
Ho udito, Signore, * il mistero della tua economia, *ho considerato le tue opere°, * e ho dato gloria alla tua divinità. 2 volte.
Tropari.
Non perché tu avessi bisogno di un aiuto, * ma per compiere un’economia ineffabile, * con la preghiera hai risuscitato, * o onnipotente, * il morto da quattro giorni.
Colui che era contemplato * quale Verbo e Dio, coeterno al Padre, * ora prega come uomo, * lui che riceve le preghiere di tutti.
La tua voce, o Salvatore, * ha distrutto tutta la potenza della morte, * e ha scosso con divina potenza * le fondamenta dell’ade.
Theotokíon.
Celebriamo la Vergine * come colei che dopo il parto è rimasta vergine, * e ha partorito il Cristo Dio, * che ha redento il mondo dall’inganno.
Katavasía.Tu sei, o Cristo, il mio Signore, * tu la mia forza°, * tu il mio Dio, * tu la mia esultanza°, * tu, che senza abbandonare il seno del Padre°, * hai visitato la nostra povertà; * per questo, insieme al profeta Abacuc, a te acclamo: * Gloria alla tua potenza, o amico degli uomini°.

Ode 5.: Cantico di Isaia. Perché mi hai respinto.
Stando sul sepolcro di Lazzaro, o amico degli uomini,
* lo hai chiamato e gli hai dato vita, * perché tu sei la vita immortale di tutti i mortali, * e come Dio chiaramente vaticinavi * la risurrezione futura.
Con i piedi legati, Lazzaro camminava, * prodigio dei prodigi! * Piú grande di colui che poneva ostacoli * si mostrò il Cristo che infonde forza * e alla cui parola tutte le cose servono come schiave, * soggette a colui che è Dio e Sovrano.
Tu che hai risuscitato Lazzaro * morto da quattro giorni e ormai fetido, * o Cristo, * risuscita anche me, * morto per i peccati, * deposto in una fossa, * nell’ombra tenebrosa della morte°: * liberami e salvami, nella tua amorosa compassione.
Katavasía.
Perché mi hai respinto dal tuo volto°, * luce senza tramonto, * e mi ha ricoperto, me infelice!, la tenebra ostile?° * Convertimi, dunque, ti prego, * e dirigi le mie vie° * verso la luce dei tuoi comandamenti°.

Tetraódion. Poema di Cosmas monaco. Tono pl. 4.

Ode 6.: Cantico di Giona. Irmós.
O Signore, tu hai fatto abitare Giona * tutto solo nel mostro marino: * come dunque salvasti lui dalla corruzione°, * salva anche me, * preso tra i lacci del nemico.

Tropari.L’amore ti ha condotto * a Betania da Lazzaro, o Signore, * e quando già era putrido, * tu, come Dio, lo hai risuscitato, * e lo hai liberato dalle catene dell’ade.
Marta dispera di Lazzaro, * già morto da quattro giorni, * ma Cristo, come Dio, * risuscita colui che era già nella corruzione, * e con una parola lo riporta alla vita.

Katavasía.Siimi propizio, Salvatore, * perché molte sono le mie iniquità, * e fammi risalire, ti prego, * dall’abisso del male°: * perché a te ho gridato, * e tu esaudiscimi°, * o Dio della mia salvezza°.

Kondákion. Tono 2. Cercando le cose dell’alto.

La gioia di tutti, il Cristo, * verità, luce, vita * e risurrezione del mondo, * è apparso per sua bontà * agli abitanti della terra, * ed è divenuto tipo della risurrezione, * offrendo a tutti il divino perdono.

Ikos. Rendi chiara la mia lingua.

Ai discepoli preannunciò il Creatore di tutte le cose: * Fratelli e amici, * il nostro amico si è addormen¬tato. * Dando questo annuncio insegnavi loro che tu, * Creatore di tutto, tutto conosci. * Andiamo dunque, partiamo * per vedere questa sepoltura insolita * e il lutto di Maria; * andiamo a vedere la tomba di Lazzaro, * perché là compirò un prodigio, * celebrando il preludio della croce, * e a tutti offrendo il divino perdono.

Sinassario del minéo, poi il seguente.

Lo stesso giorno, il sabato prima delle Palme, festeggia¬mo la risurrezione del santo e giusto amico di Cristo, Lazzaro, morto da quattro giorni.

Per l’intercessione del tuo amico Lazzaro, o Cristo Dio, abbi pietà di noi. Amen.

Ode 7.: Cantico dei tre fanciulli. Irmós.

I fanciulli degli ebrei nella fornace * calpestarono coraggiosamente la fiamma, * e mutarono il fuoco in rugia¬da, * acclamando: * Benedetto tu sei nei secoli, * Signore Dio°.

Tropari.Piangendo come uomo, o pietoso, * come Dio hai risuscitato * colui che giaceva nella tomba; * e Lazzaro, liberato dall’ade, acclamava: * Benedetto tu sei nei secoli, * Signore Dio°.

Alla parola del Sovrano * Lazzaro uscí legato dalle bende funebri, * fuggendo il caos e le tenebre dell’ade, * e acclamava: * Benedetto tu sei nei seco¬li, * Signore Dio°.

Katavasía.Un tempo a Babilonia, * i fanciulli giunti dalla Giudea * calpestarono la fiamma della fornace * per la fede della Triade, * salmeggiando: * O Dio dei nostri padri, * tu sei benedetto°.

Ode 8.: Cantico delle creature. Irmós.

Mentre all’unisono si levava il suono di strumenti musicali, * e popoli innumerevoli adoravano l’immagine di Dura, * tre fanciulli, rifiutandosi di ubbidire, * celebravano il Signore * e lo glorificavano per tutti i secoli°.

Tropari.Come pastore che va sulle tracce dell’agnello, * e lo strappa all’orrendo lupo funesto°, * tu, vittorioso, * trovandolo già corrotto lo hai rinnovato, * ed egli a te acclamava: * Celebratelo e sovresaltatelo * per tutti i secoli°.

Come un mortale cercavi la tomba, * ma come Creatore * col tuo ordine sovrano risuscitasti il morto: * e sbigottí l’ade per lui che a te acclamava: * Celebratelo e sovresaltatelo * per tutti i secoli°.

Lodiamo, benediciamo e adoriamo il Signore.

Katavasía.

Celebrate e sovresaltate per tutti i secoli° * il Re dei cieli, * celebrato dalle angeliche schiere.

Ode 9.: Cantico della Madre-di-Dio e di Zaccaria. Irmós.

Gloriosamente onoriamo, o popoli, * magnificandola con inni°, * la pura Madre-di-Dio, * che senza venir bruciata * ha accolto in grembo il fuoco della divinità.

Tropari.Vedendo camminare un morto di quattro giorni, * le folle, sbalordite dal prodigio, * gridavano al Redentore: * Con inni ti magnifichiamo come Dio.

Per convincere in anticipo * della tua gloriosa risurrezione, * o mio Salvatore, * liberi dall’ade Lazzaro, * morto da quattro giorni: * con inni io ti magnifi¬co!

Katavasía.Realmente Madre-di-Dio ti confessiamo, * noi, grazie a te salvati, * o Vergine pura, * e insieme ai cori degli incorporei ti magnifichiamo.

Poi Santo è il Signore Dio nostro, 3 volte.

Exapostilárion. Ci ha visitati dall’alto.

Alla tua parola, o Verbo di Dio, * balza Lazzaro correndo di nuovo verso la vita, * e le folle ti onorano con rami, * o potente, * perché tu con la tua morte * distruggi del tutto l’ade. 2 volte.

Un altro, stessa melodia. Una sola volta.Con Lazzaro, * il Cristo già ti spoglia, o morte: * e dov’è, ade, la tua vittoria?° * Si trasferisce su di te il pianto di Betania, * mentre noi tutti agitiamo per lui * i rami della vittoria.

Alle lodi, 8 stichi e i seguenti stichirá idiómela di Giovanni monaco.

Stico: Questa è la gloria per tutti i suoi santi.

Tono 1.Tu che sei la risurrezione e la vita degli uomini, * o Cristo, * sei venuto al sepolcro di Lazzaro * per convin¬cerci delle tue due nature, * o longanime, * perché Dio e uomo sei venuto da Vergine pura; * come un mortale infatti hai interrogato: * Dov’è sepolto? * Ma come Dio, con cenno vivificante, * hai risuscitato il morto da quattro giorni.

Stico: Lodate Dio nei suoi santi.

Hai risuscitato dall’ade Lazzaro * morto da quattro giorni, o Cristo, * scuotendo prima della tua morte il dominio dell’ade, * e preannunciando, con la liberazione di un solo amico, * la liberazione di tutti gli uomini dalla corruzione. * Noi dunque, adorando la tua potestà onnipoten-te, * acclamiamo: * Benedetto tu sei, o Salvatore: * abbi pietà di noi.

Stico: Lodatelo per le sue opere potenti.

Marta e Maria dicevano al Salvatore: * Se tu fossi stato qui, Signore, * Lazzaro non sarebbe morto. * Ma Cristo, risurrezione dei dormienti, * lo risuscitò già morto da quattro giorni. * Venite, fedeli tutti, * adoriamo colui che viene nella gloria° * per salvare le anime nostre.

Stico: Lodatelo al suono della tromba.

Mentre ai tuoi discepoli, o Cristo, * mostravi i segni della tua divinità, * tra le folle ti umiliavi, * volendo nasconderla. * Agli apostoli dunque, * come Dio prescien¬te, * preannunciasti la morte di Lazzaro, * mentre, giunto a Betania tra la folla, * pur non ignorando la tomba del tuo amico, * come uomo chiedevi di conoscerla: * ma ha mostrato la tua divina potenza * il morto di quattro giorni da te risuscitato. * Onnipotente Signore, gloria a te.

Stico: Lodatelo col timpano e con la danza.

Tono 4.Hai risuscitato il tuo amico morto da quattro giorni, * o Cristo, * e hai fatto cessare il lamento di Marta e di Maria, * mostrando a tutti * che tu sei colui che con la tua divina potenza, col tuo proprio volere * riempi ogni cosa,° * colui al quale i cherubini incessantemente acclamano: * Osanna nel piú alto dei cieli, * benedetto tu sei, o Dio che tutti trascendi: * gloria a te°.

Stico: Lodatelo con cembali armoniosi.

Marta gridava a Maria: * Il Maestro è qui e ti chiama, vieni. * Ed ella venne svelta dove stava il Signore, * e vedendoti levò un grido, * gettandosi a terra ti adorò, * e baciando i tuoi piedi immacolati diceva: * Signore, se tu fossi stato qui, * nostro fratello non sarebbe morto.

Stico: Sorgi, Signore Dio mio, si innalzi la tua mano: non dimenticare i tuoi miseri sino alla fine.

Tono pl. 4.A Betania hai risuscitato Lazzaro, * morto da quattro giorni: * non appena ti presentasti al sepolcro, * la tua voce fu vita per il morto, * e l’ade, gemendo, lo rinviò con timore. * O grande prodigio! * Misericordiosissimo Signore, gloria a te.

Stico: Ti confesserò, Signore, con tutto il mio cuore, narrerò tutte le tue meraviglie.

Dopo aver detto, o Signore, a Marta: * Io sono la risurrezione, * con l’opera compisti la parola, * richiamando Lazzaro dall’ade. * O amico degli uomini, nella tua compassione, * risuscita, ti prego, anche me, * morto per le passioni.

Gloria. Tono 2.

Un grande e straordinario prodigio * si è compiuto oggi! * Cristo con la sua voce * risuscita dalla tomba un morto da quattro giorni * e lo chiama amico°. * Diamo gloria a lui, il gloriosissimo, * perché con l’intercessione del giusto Lazzaro, * salvi le anime nostre.

Ora e sempre. Sei piú che benedetta.

 


Lo stesso giorno, il sabato prima delle Palme, festeggiamo la risurrezione del santo e giusto amico di Cristo, Lazzaro, morto da quattro giorni.
Per l’intercessione del tuo amico Lazzaro, o Cristo Dio, abbi pietà di noi. Amen.
ORTHROS(Mattutino)

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