martedì 3 aprile 2012

Mercoledì 4 Aprile 2012
SI FA MEMORIA: Grande e Santo Mercoledì

• Santi Teodulo e Agatopodo, martiri, San Giorgio del Maleo ,

• San Giuseppe innografo .



Nel Grande e Santo Mercoledì si ricorda l'unzione da parte della peccatrice. Questo tema dell'unzione ha una importanza grandissima, in quanto è già un annuncio della sepoltura di Gesù. La peccatrice con la sua unzione anticipa l'imbalsamazione del corpo vivificante del Signore. È il Signore stesso che attribuisce all'unzione della peccatrice questo grande significato, che dovrà essere ricordato fino alla fine dei tempi. Il contatto con Gesù salva in un modo totale e illumina la peccatrice, che prima era immersa nei piaceri della notte e sprofondava nell'abisso del male. La Liturgia di questo giorno mette in luce il contrasto tra il gesto generoso della peccatrice e il tradimento di Giuda. Questa donna cosparge di un profumo preziosissimo colui che è l'Unto d'Israele e con le sue lacrime, oltre a lavare i piedi del Salvatore, lava e cancella anche i suoi peccati, perché molto ha amato. Invece Giuda vuole speculare su questo gesto d'amore e fa dei conti sull'unguento della peccatrice, lui che stava per vendere l'Unto di Dio. Giuda che aveva respirato la grazia di Gesù, si separa da lui per l'invidia e per l'amore del danaro; mentre una donna peccatrice, confessando con le sue lacrime i peccati, diventa una mirofora ancor prima della sepoltura del Signore. Questa è la grandezza della conversione!

‎Tek e shejta dhe e Madhe e Mërkurie
Apolitikion

"Ecco lo Sposo viene nel mezzo della notte; beato quel servo che troverà vigilante, indegno invece quel servo che troverà negligente! Guarda dunque anima mia, di non lasciarti opprimere dal sonno, per non essere consegnata alla morte e chiusa fuori dal Regno! Invece vegliando grida: Santo, Santo, Santo tu sei, o Dio! Per intercessione della Madre di Dio abbi pietà di noi!"

Shi se Dhëndërri vien në mes të natës e i lum shërbërtori,të çilin do t’e gjen sgjuar; po mjèri aì të çilin do t’e gjenjë të kjëlluam. Ruaj pran, o shpirti jim, mos mundesh gjumit, sa mos t’jesh dhënë vdekjies, e mos të kjëndrosh mbëllìm jashta rregjëris; po sgjou tuke thirrur :i shejt,i shejt, i shejt je, o Perëndì, për Mëmën t’ënde kijna lipisi

• Ἰδοὺ ὁ Νυμφίος ἔρχεται ἐν τῷ μέσῳ τῆς νυκτός, καὶ μακάριος ὁ δοῦλος, ὃν εὑρήσει γρηγοροῦντα, ἀνάξιος δὲ πάλιν, ὃν εὑρήσει ῥαθυμοῦντα. Βλέπε οὖν ψυχή μου, μὴ τῷ ὕπνῳ κατενεχθής, ἵνα μῄ τῷ θανάτῳ παραδοθῇς, καὶ τῆς βασιλείας ἔξω κλεισθῇς, ἀλλὰ ἀνάνηψον κράζουσα· Ἅγιος, Ἅγιος, Ἅγιος εἶ ὁ Θεός, διὰ τῆς Θεοτόκου ἐλέησον ἡμᾶς

Kontakion

Kam mëkatruar më se kurva, o i Mirëth, po lume lotësh ngë kam derdhur fare përpara Tij. Nanì në heshtie të shtihen prëmist tue puthur me dashurì të pangarët këmbë t’ote sa të më japësh ndëjèsën e mëkatëvet, o i Madh’in’Zot, mua o Shpëtues, çë të thërrès : nga bajtat e të bëmavet t’ime , liromë.

Ho peccato piú della meretrice, o buono, e non ti ho per nulla offerto piogge di lacrime: * ma pregando in silenzio, * mi prostro davanti a te, * abbracciando con amore i tuoi piedi immacolati˚, * perché tu, come Sovrano, * mi conceda la remissione dei debiti; * a te io grido, o Salvatore: * Strappami al fango delle mie opere.



Nessun commento:

Posta un commento