sabato 26 maggio 2012

La solennità della Pentecoste ci porta a vivere
nuovamente il dono gratuito dello Spirito Santo, la nascita della Chiesa, la nascita della nostra vita in Cristo.

Nicola Cabasilas, teologo bizantino del XIV secolo, porta precisamente come titolo La vita in Cristo e non è altro che un commento dei sacramenti dell’iniziazione cristiana: battesimo, cresima ed eucaristia, ed anche della consacrazione dell’altare, applicati alla vita del credente; per ogni cristiano, la vita in Cristo è la vita nella Chiesa, la vita -il dono dello Spirito- che ci viene dato per mezzo dei sacramenti. In tutte le liturgie orientali si sottolinea, in ognuno dei sacramenti, il ruolo dello Spirito Santo e quindi l’importanza dell’epiclesi, della sua invocazione in vista alla santificazione del pane e del vino, dell’acqua, dell’olio.

Ogni ora di preghiera, poi,nella tradizione bizantina,inizia con un’invocazione dello Spirito che è sempre presente,ed ovunque.

La Pentecoste come festa liturgica, si celebra cinquanta giorni dopo la Pasqua, ed è una delle feste più antiche del calendario cristiano. Ne parlano Tertulliano ed Origene nel III secolo come feste annuali, e già nel IV secolo fa parte del patrimonio teologico/liturgico delle diverse Chiese:Egeria ne indica la celebrazione a Gerusalemme; poi abbiamo dei testi dei Cappadoci e di altri autori cristiani. Infine Romano il Melode, nel VI sec.,ne compone diversi kontakia.

Nei testi dell’ufficiatura vediamo ripetutamente il tema del rinnovamento, del cambiamento adoperato nel cuore degli uomini per mezzo dello Spirito: lo Spirito santo: fa scaturire le profezie, ordina i sacerdoti, ha insegnato la sapienza agli illetterati, ha reso teologi i pescatori, tiene saldo tutto l’armonico ordinamento della Chiesa…. Sempre nei testi del vespro troviamo diverse confessioni trinitarie -la Pentecoste è una festa, una teofania trinitaria; mai la contemplazione di una delle Persone della Santa Trinità non può dimenticare il mistero che in essa, nella Trinità, si cela, si nasconde.

Uno dei tropari del vespro diventa una lettura trinitaria molto profonda dell’inno tre volte santo: Santo Dio, che tutto hai creato mediante il Figlio, con la sinergia del santo Spirito; Santo forte, per il quale abbiamo conosciuto il Padre e per il quale lo Spirito Santo è venuto nel mondo; Santo immortale, o Spirito Paraclito, che dal Padre procedi e nel Figlio riposi. Trinità Santa, gloria a te.

Nel vespro ancora si trovano due tropari che poi passeranno ad altri momenti della liturgia bizantina: Abbiamo visto la luce vera, abbiamo ricevuto lo Spirito celeste, abbiamo trovato la fede vera, adorando l’indi­visibile Trinità…, testo che passerà alla Divina Liturgia subito dopo la comunione, a sottolineare il collegamento tra la Pentecoste, il dono dello Spirito e l’eucaristia.

Quindi il tropario: Re celeste, Paraclito, Spirito di verità… che diventa la preghiera iniziale di tutte le ufficiature bizantine.

Il dono dello Spirito che rinnova i discepoli, che rinnova tutta la Chiesa, viene sottolineato anche dal tropario proprio della festa: Benedetto sei tu, Cristo Dio nostro: tu hai reso sapientissimi i pescatori, inviando loro lo Spirito Santo, e per mezzo loro hai preso nella rete l’universo. Amico degli uomini, gloria a te.

Nessun commento:

Posta un commento