lunedì 8 ottobre 2012

9 OTTOBRE

Memoria del santo apostolo Giacomo di Alfeo e del santo padre nostro Andronico insieme alla sua consorte (IV-V sec.).

VESPRO

Al Signore, ho gridato, 6 stichi e 3 stichirá prosómia dell’apostolo.

Tono 4. Aftómelon. Come generoso fra i martiri.

Con la canna della grazia * hai tratto i mortali * dall’abisso della vanità, * o degno di ammirazione, * docile, o Giacomo, ai cenni del Maestro...* che in tutto aveva illuminato la tua mente * e ti aveva reso apostolo * e venerabile annunciatore ispirato, * o beatissimo, * della sua incomprensibile divinità.

Su di te è scesa l’illuminazione dello Spirito * in forma di fuoco˚, * e ti ha reso, o beato, * divino tabernacolo, * ti ha reso capace di dissipare in breve * la caligine dell’ateismo * e di illuminare il mondo * con lo splendore di sapientissime parole, * o narratore dei divini misteri, * Giacomo, vertice degli apostoli, * testimone oculare di Cristo˚.

Con le folgori dell’annuncio, * hai illuminato, o glorioso, * quanti dormivano nella tenebra dell’ignoranza; * e dopo averli resi, o Giacomo, * figli del Sovrano e Dio, mediante la fede, * hai emulato la passione e la morte di lui, * divenendo erede della gloria, * come sapiente, come annunciatore divino, * come autentico discepolo.

Dei santi. Tono pl. 2.

Deposta tutta la tirannide di questa vita, * disprezzata la ricchezza * e aborriti i godimenti passeggeri, * avete preso la croce come divino giogo˚, * avete seguito Cristo˚ * e avete mirabilmente preso dimora * nei prati celesti: * qui, insieme esultando, * ricordatevi di noi * che con fede ci ricordiamo di voi, * e con amore piamente celebriamo * la vostra sacra e venerabile memoria, * o santi.

Avendo amato con tutta l’anima te, Sovrano, * dietro di te ha corso la coppia celebrata˚, * i due coniugi, * e come tela di ragno * ha sciolto la catena indissolubile di ogni piacere: * per questo, o immortale, * ha raggiunto il tuo regno. * Per le loro preghiere dunque, * concedimi, o pietoso, il perdono delle colpe, * e rendimi vittorioso contro le passioni * che sempre, o Sovrano, tormentano la mia anima.

Siete stati privati dei figli, * dei due figli amati, * per ordine divino, * e rimasti inconsolabili in questa vita, * avete preso le nobilissime parole di Giobbe * e avete gridato: * Il Signore ha dato, * e il Signore ha tolto˚. * Avete perciò compiuto con facilità * l’opera desiderata, * e vi si è visti partire gioiosi * per i deserti e i luoghi santi, * o coniugi santissimi.

Gloria. Dell’apostolo. Tono 4. Di Teofane.

Chiaramente ricevuta la grazia del divino Spirito, * sei stato unito, o Giacomo, * al sacratissimo coro degli apostoli: * cosí, reso ispirato * per quel soffio violento dal cielo, * con lingua di fuoco hai bruciato˚ * l’empietà piena di spine delle genti. * Implora il Cristo Dio, * o araldo di Dio, * per la salvezza delle anime nostre.

Ora e sempre.

Theotokíon. Come generoso fra i martiri.

Il Giudice è già presente; * il tribunale è pronto; * la morte che a questo conduce è vicina; * i ministri sono prontissimi; * tutto è stato preparato; * perché dunque indugi, o anima? * Perché tardi e non gridi: * Dio nostro, Dio di misericordia, * per l’intercessione della Madre tua * abbi compassione di me, * e scampami da ogni castigo?
Allo stico, stichirá dall’októichos.

Gloria. Dell’apostolo. Tono pl.1.

Noi festeggiamo con fede * il giorno augustissimo della tua memoria, * celebrandoti, o Giacomo glorioso, * non come figlio di Alfeo, * ma come apostolo di Cristo * e annunciatore della sua ineffabile incarnazione. * Poiché dunque stai sempre presso il trono del Sovrano * insieme agli incorporei * e ai cori degli apostoli e dei martiri, * supplica intensamente per la nostra salvezza * il nostro Salvatore e Dio.

Ora e sempre.

Theotokíon. Gioisci, tu che sei veramente.

Strappa ora alla spada dei nemici l’anima mia˚, * Madre-di-Dio tutta immacolata: * perché in te e nel tuo parto, * o Vergine pura, * è annientata ogni forza dello spirito maligno * e sono distrutti gli eserciti dei demoni; * salvezza e riposo dalle fatiche * sono venute ai credenti dal tuo parto. * Perciò anch’io a te grido: * Combatti, Sovrana, * coloro che sempre mi combattono˚, * e chiedi loro soddisfazione * per quel primo danno, * col quale si sono mostrati per me * causa di ogni male˚.

Oppure stavrotheotokíon.

Vedendo appeso al legno * e trafitto al fianco˚ * l’agnello di Dio che toglie le colpe del mondo˚, * l’agnella tra i lamenti cosí parlava: * Come hai sopportato, Figlio, * di essere messo a mor¬te come uomo, * tu che sei Dio e Sovrano del creato, * anche se per tuo volere * sei comparso nella carne? * Perché ti sei affrettato a compiere la corsa * e hai lasciato sola, Figlio mio, * colei che puramente ti ha partorito, * o benefattore? * Donami, non tardare, una parola, * e la grande misericordia˚.

Apolytíkion. Tono 3.

Santo apostolo Giacomo, * intercedi presso il Dio misericordioso * perché conceda alle anime nostre * la remissione delle colpe.

Del santo. Tono 1. Sigillata la pietra.

Cittadino del deserto, * angelo in un corpo * e taumaturgo ti sei mostrato, * o Andronico, padre nostro teòforo. * Con digiuno, veglia e preghiera * hai ricevuto celesti carismi * e guarisci i malati * e le anime di quanti a te accorrono con fede. * Gloria a colui che ti ha dato forza; * gloria a colui che ti ha incoronato; * gloria a colui che per mezzo tuo * opera guarigioni in tutti.


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