sabato 10 novembre 2012

11 NOVEMBRE 2012
VIII Domenica di S.Luca Ss.Mena,Vincenzo,Vittore e Corona,martiri   

TROPARI TONO VII
         Katèlisas to Stavrò su ton thànaton; inèoxas to listì ton Paràdhison; ton Mirofòron ton thrìnon metèvales, ke ti sis Apostòlis kirìttin epètaxas: òti anèstis, Christè o Theòs, parèchon to kòsmo to mèga èleos.
        E prishe me Krikjien ti vdekjien, i sbille kusarit Parraisin , te miroforevet vaji i  prore e apostojvet f'ate urdhurove te leçitien se  u ngjalle , o Krisht Perendi, tue dhene jetes te madhen lipisi.
       Con la tua croce hai distrutto la morte, hai aperto al ladrone il paradiso, hai mutato in gioia il lamento delle miròfore, e ai tuoi apostoli hai ordinato di annunciare che sei risorto, o Cristo Dio, per elargire al mondo la grande misericordia.
I màrtires su Kìrie, en ti athlìsi aftòn stefànos ekomìsanto tis aftharsìas ek su tu Theù imòn; èchontès tin ischìn su, tus tirànnus kathìlon, èthravsan ke dhemònon ta anìschira thràsi; aftòn tes ikesies, Christè o Theòs, sòson tas psichàs imòn.
Deshmoret t'ate o i Madh'in'Zot, te luftimet e 'tire pati kuroren paprisherie ngah ti Perendia jine,Pse ,tue pasur fugjin t'ende, shturi posht tiranet e tsopetoi sulmet te forte te dièjvet.Paj te lutievet t'tij, shpetò, o Krisht Perendi,shpirtrat t'ane.

I tuoi martiri, Signore, con la loro lotta hanno ricevuto da te, nostro Dio, le corone dell’incorruttibilità: con la tua forza, infatti, hanno abbattuto i tiranni ed hanno anche spezzato le impotenti audacie dei demoni. Per le loro preghiere, o Cristo Dio, salva le anime nostre.


      O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Thèu, sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo: in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànios.
        Il purissimo tempio del Salvatore, il talamo preziosissimo e verginale, il tesoro sacro della gloria di Dio, è oggi introdotto nella casa del Signore, portandovi, insieme, la grazia del divino Spirito; e gli angeli di Dio a lei inneggiano: Costei è celeste dimora.
        Me e pastruar Faltore e shelbonjesit, shum'e shtrejta nuserore e Virgjereshe ,shejti thesar ii levdis s'Perendis se isht kaluur ne shpi te t'in'Zoti tue bashkekellitur hirin e hirit t ehjynushem: Ate çe perimnojen enghejite e Perendis.Kejò isht tenda e kjiellshme.
        Mègan èvrato en tis kindhìnis,sé ipèrmhon i ikumèni athlofòre ta èthni tropùmenos, os un lièu kathìles tin èparsin en to stadhìo tharrìnas ton Nèstora, ùtos Aghie Megalomàrtis Dhimitrie, Christòn ton Theòn ikèteve, dhorisasthe imìn to mèga èleos

      Përluftar të math ndër rrëziqe të ka gjetur gjithë jeta, Athlofor çë paganët ke mundur. Si andaj shkele krielartësin e Lieut e te stadhëji i dhe zëmër Nestorit ashtu, o Shën 'Mitër Deshmor i Math, Krishtit Perëndi lutu të na dhuronj të madhen lipisi
    L’universo ti ha trovato nei pericoli grande combattente, Portatore di vittorie,trofeo delle nazioni. Come umiliasti la superbia di Lieo e hai dato coraggio a Nestore, così Grande Martire San Demetrio, prega Dio ché conceda anche a noi la grande misericordia



EPISTOLA
Il Signore darà forza al suo popolo, il Signore benedirà il suo popolo con la pace.
Portate al Signore, figli di Dio; portate al Signore dei figli di arieti.
Lettura dalla Lettera di S. Paolo Apostolo agli Efesini (2,14-22)
Fratelli, Cristo è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.
Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.
Buona cosa è lodare il Signore, e inneggiare al tuo nome, o Altissimo.
Annunziare al mattino la tua misericordia, la tua verità nella notte.


VANGELO (Lc. 10,25-37)
In quel tempo un dottore della legge si avvicinò a Gesù per metterlo alla prova e disse: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?” Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”. E Gesù: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”.
Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?”. Gesù riprese:
“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”. Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.



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