lunedì 12 novembre 2012

                           13 NOVEMBRE 
                    Memoria del nostro santo 
                   padre Giovanni Crisostomo, 
            arcivescovo di Costantinopoli (407).
                        GRANDE VESPRO
  



 
Tono 4. Come generoso fra i martiri.
Celebriamo col canto * la tromba aurea, * lo strumento
divinamente ispirato, * l’inesauribile oceano di dottrine, * il sostegno della Chiesa, * l’intelletto celeste, *
l’abisso della sapienza, * il calice tutto d’oro * che versa fiumi di insegnamenti fluenti miele, * e irriga la creazione.

Onoriamo degnamente Giovanni dalla parola d’oro, * l’astro senza tramonto * che illumina tutta la terra * con i raggi degli insegnamenti, * l’araldo della conversione * la spugna tutta d’oro * che toglie l’umida mollezza della terribile disperazione * e bagna i cuori logorati dai peccati.

Sia magnificato con inni il Crisostomo, * l’angelo terrestre * e uomo celeste, * la rondine faconda e dalle molte voci, * il tesoro delle virtú, * la roccia che non si spezza, * il modello dei fedeli, * l’emulo dei martiri, * colui che è pari ai santi angeli, * eguale nei costumi ai santi apostoli.

Gloria. Tono pl. 2.

O venerabile tre volte beato, * padre santissimo, * buon pastore, * discepolo del Cristo, pastore supremo, * tu che dai la vita per le pecore˚: * chiedi anche ora, * o Giovanni Crisostomo degno di ogni lode, * che per la tua intercessione ci sia donata * la grande misericordia˚.

Ora e sempre. Stesso tono. Theotokíon.

Chi non ti dirà beata, o Vergine tutta santa˚? * Chi non celebrerà il tuo parto verginale? * Perché l’Unigenito Figlio che intemporalmente dal Padre è rifulso, * egli stesso, neffabilmente incarnato, * è uscito da te, la pura: * Dio per natura e per noi fatto uomo per natura˚, * non diviso in dualità di persone, * ma da riconoscersi * in dualità di nature, senza confusione. * Imploralo, augusta beatissima, * perché sia fatta misericordia alle anime nostre.

Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.

Lettura del libro dei Proverbi (passim).

Del giusto si fa memoria tra le lodi, e la benedizione del Signore è sul suo capo. Beato l’uomo che ha trovato la sapienza, e il mortale che conosce la prudenza. Meglio è trafficare per essa che per tesori d’oro e d’argento. Essa è piú preziosa di pietre di gran valore: nessun oggetto pregiato può starle a fronte. Dalla sua bocca infatti esce la giustizia, e sulla lingua reca la legge e la misericordia. Ascol¬tatemi dunque, o figli, perché dirò cose sante: e beato l’uomo che custo¬dirà le mie vie. Perché le mie uscite, sono uscite di vita, ed è pronta la benevolenza da parte del Signore. Perciò vi esorto e alzo la voce verso i figli degli uomini: Io, la sa¬pien¬za, ho fondato il consiglio, la conoscenza e la riflessione, io le ho chiamate.

Mio è il consiglio, mia la certezza, mia la prudenza, mia la forza. Io amo coloro che mi amano: quelli che mi cercano troveranno grazia. O semplici, imparate dunque la finezza, e voi indotti, rendete assennato il cuore. Ascol¬tatemi ancora, e dirò cose sante, svelerò con le mie labbra cose rette. La mia gola mediterà la verità: sono abo¬minevoli davanti a me le labbra mendaci. Sono dette con giustizia tutte le parole della mia bocca, nulla vi è in esse di tortuoso o di perverso. Tutto è retto per chi comprende, e diritto per quelli che trovano la conoscenza. Poiché io vi insegno cose vere, affinché la vostra speranza sia nel Signore, e siate ripieni di Spirito.

Lettura del libro dei Proverbi e della Sapienza di Salomone (passim).

La bocca del giusto stilla sapienza, e le labbra degli uomini conoscono le grazie. La bocca dei sapienti medita la sapienza: e la giustizia li libera dalla morte. Alla morte di un uomo giusto, non è perduta la speranza, perché un figlio giusto nasce alla vita, e mieterà fra i suoi beni un frutto di giustizia. Luce sempiterna per i giusti; presso il Signore troveranno grazia e gloria. La lingua dei sapienti conosce il bene, e nel loro cuore riposa la sapienza. Il Signore ama i cuori santi, e gli sono accetti tutti coloro che sono immacolati nel loro cammino. La sapienza del Signore illumina il volto dell’assennato: essa infatti previene quelli che la desiderano, prima di essere conosciuta, ed è facilmente contemplata da quelli che la amano. Chi di primo mattino la cerca non faticherà, e chi veglia per lei sarà presto senza affanni. Perché essa va in giro alla ricerca di quelli che sono degni di lei, e con benevolenza appare loro sui sentieri.

Mai il male prevarrà sulla sapienza. Per questo mi sono innamorato della sua bellezza, l’ho amata e l’ho ricercata dalla giovinezza, e mi sono studiato di prenderla come sposa. Perché il Creatore dell’universo l’ha amata. Essa infatti è iniziatrice alla scienza di Dio, ed è lei che sceglie le sue opere. Le sue fatiche sono virtú: è lei che insegna temperanza e pru¬denza, giustizia e fortezza, delle quali nulla è piú utile agli uomini nella vita. Se poi uno desidera molta esperienza, essa sa farsi un’idea delle cose antiche e delle future; conosce le sottigliezze dei discorsi e le soluzioni degli enigmi; prevede segni e prodigi e le vicende dei tempi e delle epoche: è per tutti buon consigliere. Perché in essa c’è immortalità, e buona fama nella partecipazione ai suoi discorsi.

Per questo pregai il Signore, lo supplicai e gli dissi con tutto il cuore: Dio dei padri e Signore di misericordia, tu che hai fatto tutte le cose con la tua parola, e che con la tua sapienza hai creato l’uomo perché domini sulle creature da te fatte e governi il mondo con santità e giustizia: dammi la sapienza che siede con te in trono, e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella. Mandala dalla tua santa dimora e dal trono della tua gloria, affinché mi assista e mi insegni ciò che ti è gradito, e mi guidi nella conoscenza e mi custodisca nella sua gloria. Perché i pensieri dei mortali sono tutti timidi, e incerte le loro riflessioni.

Lettura del libro della Sapienza di Salomone (passim).

Quando il giusto viene lodato, si rallegrano i popoli: il suo ricordo infatti è immortale, perché è noto a Dio e agli uomini, e la sua anima è gradita al Signore. Bramate dunque, o uomini, la sapienza, desideratela e ne riceverete ammaestramento. Poiché il suo principio è amore e osservanza delle leggi. Onorate la sapienza, per regnare in eterno. Vi annuncerò e non vi nasconderò i misteri di Dio: poiché egli stesso è guida della sapienza e correttore dei sapienti, e nella sua mano sta ogni prudenza e scienza nei lavori.

La sapienza artefice dell’universo mi ha ammaestrato: poiché vi è in essa uno spirito intelligente, santo; essa è riflesso della luce eterna e immagine della bontà di Dio. Essa forma amici di Dio e profeti. Essa è piú nobile del sole, e supera ogni costellazione di astri: paragonata alla luce, è trovata superiore. Essa ha liberato dalle pene i suoi servi e li ha guidati per sentieri diritti. Ha dato loro una scienza santa, li ha custoditi da coloro che li insidiavano e ha assegnato loro la vittoria in una forte lotta, affinché tutti conoscano che la pietà è piú potente di tutto e che mai il male prevarrà sulla sapienza, né la giustizia punitrice risparmierà i malvagi.

Dicevano infatti in se stessi, con ragionamento non retto: Opprimiamo il giusto, non risparmiamo la sua dignità né rispettiamo l’annosa canizie del vecchio; la nostra forza ci sia legge. Tendiamo insidie al giusto perché ci è di imbarazzo, si oppone alle nostre opere e ci attribuisce la responsabilità delle trasgressioni della nostra educazione. Proclama di avere la conoscenza di Dio e si dichiara figlio del Signore. È divenuto un rimprovero ai nostri pensieri. Ci è di peso anche solo vederlo, perché la sua vita è diversa da quella degli altri e le sue vie sono tutt’altra cosa. Siamo stimati da lui come qualcosa di adulterato, si tiene lontano dalle nostre strade come da immondezze e proclama beata la fine del giusto. Vediamo dunque se le sue parole sono vere, e verifichiamo ciò che ne sarà. Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti per conoscere la sua mitezza e saggiare la sua pazienza. Condanniamolo a una morte infame, perché secondo le sue parole, verrà soccorso.

Questo hanno pensato e si sono ingannati, perché la loro malizia li ha accecati. Non hanno conosciuto i misteri di Dio, né hanno considerato che tu sei l’unico Dio che ha potere di vita e di morte, che salva nel tempo della tribolazione e libera da ogni male: il pietoso e il misericordioso che dà gra¬zia ai suoi santi e resiste col suo braccio ai superbi.

Allo stico, stichirá prosómia.

Tono pl. 1. Gioisci, tu che sei veramente.

Gioisci, amabile e ispirato strumento d’oro della Chiesa; * lingua che ci ha benevolmente descritto * le varie forme della penitenza; * aureo intelletto; * rondine dalla bocca d’oro, * colomba che, secondo la parola del salmo, * ha il dorso risplendente di riflessi d’oro, * nello smagliante verdeggiare delle virtú˚; * torrente tutto d’oro * che riversa i suoi flutti; * bocca divina * che si fa garante della divina benevolenza. * Implora Cristo * perché mandi sulle anime nostre * la grande misericordia˚.

Stico: La mia bocca parlerà sapienza, e la meditazione del mio cuore intelligenza.

Gioisci, padre degli orfani; * prontissimo soccorso di chi subisce ingiustizia; * provveditore dei bisognosi; * nutrimento degli affamati; * correzione dei peccatori; * accortissimo e venerabilissimo medico delle anime; * rigore di eccelsa teologia; * chiarezza delle Scritture dello Spirito; * legge di perfetta prassi; * regola rettissima; * contemplazione e pratica, * che sono gli apici della sapienza. * Implora Cristo * perché mandi sulle anime nostre * la grande misericordia˚.

Stico: La bocca del giusto mediterà la sapienza, ma la lingua dell’iniquo andrà in rovina.

Hai reso te stesso * casa consacrata delle sacre virtú: * in te infatti hanno preso dimora, o padre, * come in un santo e purissimo tempio: * perché governando veramente i sensi del corpo, * hai custodito la tua mente pura dalle passioni, * come in un inviolato tesoro; * divenuto cosí molto simile a Dio, * o beatissimo, * hai presieduto alla Chiesa, * adorno della dignità gerarchica, * e supplichi Cristo, * che dona al mondo * la grande misericordia˚.

Gloria. Tono pl. 2.

Sei divenuto tromba dalla voce aurea, * o tu dall’aurea eloquenza, * o Crisostomo, * orefice dei cuori dei fedeli * con i tuoi insegnamenti frutto di auree fatiche: * poiché, come dice il profeta, * è uscito il suono delle tue dottrine˚, * padre santo, * e ha illuminato i confini del mondo intero.

Ora e sempre. Theotokíon.

Il mio Creatore e Redentore, * il Cristo Signore, * procedendo dal tuo grembo, o tutta pura, * rivestendosi di me * ha liberato Adamo dalla maledizione antica˚. * Per questo, o tut¬ta pura, * noi gridiamo senza sosta a te, * veramente Madre-di-Dio e Vergine, * il ‘Gioisci’ dell’angelo˚: Gioisci, Sovrana, * avvocata, protezione e salvezza * delle anime nostre.

Apolytíkion. Tono pl. 4. Aftómelon.

La grazia della tua bocca, * che come torcia rifulse, * ha illuminato tutta la terra, * ha deposto nel mondo * tesori di generosità, * e ci ha mostrato la sublimità dell’umiltà. * Mentre dunque ammaestri con le tue parole, * o padre Giovanni Crisostomo, * intercedi presso il Verbo, Cristo Dio, * per la salvezza delle anime nostre.

Theotokíon.

Tu che per noi sei nato dalla Vergine * e ti sei sottoposto alla crocifissione˚, * o buono, * tu che con la morte hai spogliato la morte, * e come Dio hai manifestato la risurrezione, * non trascurare coloro che con la tua mano hai plasmato˚, * mostra, o misericordioso, il tuo amore per gli uomini: * accogli, mentre intercede per noi, * la Madre-di-Dio che ti ha partorito, * e salva, o Salvatore nostro, * il popolo che non ha piú speranza.

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