sabato 3 novembre 2012

             Domenica 4 novembre 2012
                        Domenica XXIII (V di Luca)
                 Memoria di San Giovannicio il Grande San Nicandro, Ieromartire. Sant’Ermeo.
Apolytikia
Tono VI
Anghelikè Dhinàmis epì to mnìna su, * ke i filàssondes
apenekròthisan; * ke ìstato Marìa en to tàfo * zitùsa to àchrandòn su sòma. * Eskìlefsas ton Àdhin, * mi pirasthìs ip’aftù; * ipìndisas ti Parthéno,* dhorùmenos tin zoìn. * O anastàs ek ton nekròn, * Kìrie, dhòxa si.
Le Potenze angeliche vennero al tuo sepolcro e i custodi ne furono
tramortiti. Maria invece stava presso il sepolcro in cerca del tuo immacolato corpo. Hai predato l’Inferno, non fosti sua preda; sei andato incontro alla Vergine, elargendo la vita. O Signore, risorto dai morti, gloria a Te.
Tropario di San Giovannicio
Tes ton dhakrìon su roès * tis erìmu ton àgonon egheòrghisas; * ke tis ek vàthus stenagmìs, * is ekatòn tus pònus ekarpofòrisas; * ke ghègonas fostìr * ti ikumèni làmbon tis thàvmasin, * Ioànni patìr imòn òsie. * Prèsveve Christò to Theò * sothìne tas psichàs imòn.
 

Coi torrenti delle tue lacrime, rendesti fecondo lo sterile deserto, e, coi profondi sospiri, facesti rendere al centuplo le tue fatiche; e divenisti un luminare, splendente al mondo in prodigi, Giovanni padre santo nostro. Intercedi presso Cristo Dio perché siano salve le nostre anime.
 

Tropario di S. Demetrio M.
  Mègan èvrato en tis kindhìnis,sé ipèrmhon i ikumèni athlofòre ta èthni tropùmenos, os un lièu kathìles tin èparsin en to stadhìo tharrìnas ton Nèstora, ùtos Aghie Megalomàrtis Dhimitrie, Christòn ton Theòn ikèteve, dhorisasthe imìn to mèga èleos
   Përluftar të math ndër rrëziqe të ka gjetur gjithë jeta, Athlofor çë paganët ke mundur. Si andaj shkele krielartësin e Lieut e te stadhëji i dhe zëmër Nestorit ashtu, o Shën 'Mitër Deshmor i Math, Krishtit Perëndi lutu të na dhuronj të madhen lipisi
    L’universo ti ha trovato nei pericoli grande combattente, portatore di vittorie,trofeo delle nazioni. Come umiliasti la superbia di Lieo e hai dato coraggio a Nestore, così Grande Martire San Demetrio, prega Dio ché conceda anche a noi la grande misericordia
Kondakion
  O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo; in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànio
 

APOSTOLO
Lettera agli Efesini (2, 4-10)
Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con Lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.
Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.

VANGELO (Luca 16, 19-31)
Disse il Signore questa parabola: C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.

Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: "Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma".

Ma Abramo rispose: "Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi".

E quello replicò: "Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento".

Ma Abramo rispose: "Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro". E lui replicò: "No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno".

Abramo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti"".

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