sabato 15 dicembre 2012


DOMENICA DEI SANTI PROGENITORI
L’11 di questo mese, se cade in domenica (oppure la prima domenica dopo l’11), avvicinandosi il giorno del Natale del Signore nostro Gesú Cristo, si fa memoria dei suoi progenitori secondo la carne, vissuti prima e sotto la Legge.
VESPRO

Tono pl. 4. Il paradiso dell’Eden. 
Celebrando oggi, o fedeli, * la memoria dei pro­genitori* inneggiamo al Cristo Redentore, * al Signore che li ha resi grandi * fra tutte le genti * e ha fedelmente compiuto straordinari prodigi, * perché è for­te e potente˚; *  da essi ha re­­so per noi scettro di poten­za˚, *  la sola ignara d’uomo e Ma­dre-di-Dio, la pura Maria, * dalla quale è venuto il fiore, Cri­sto˚, * che ha fatto germogliare per tutti * la vita, il diletto che non vien meno * e l’eterna salvezza.
Tu, o Sovrano, * che hai strappato al fuoco i santi fanciulli˚, * e Daniele dalla bocca dei leoni˚; * tu che hai benedetto Abra­mo * e Isacco tuo servo e il figlio suo Giacobbe; * tu che dal loro seme * ti sei compiaciuto di divenire come noi, * per salvare i nostri progenitori * un tempo caduti: * tu sei stato crocifisso e sepolto, *  hai spez­zato le catene della morte * e fai risorgere con te * quelli che dal principio del mondo sono tra i morti * e che adorano, o Cristo, * il tuo regno eterno.
In mezzo alla fiamma * come sotto una fine piog­gerella, * per la rugiada dello Spirito, * esultanti i fanciulli di Dio misticamente passeggiavano˚, * in essa prefi­gurando la Triade * e l’incarnazione di Cristo; * e poiché erano sapienti grazie alla fede, * estinsero la potenza del fuoco; * anche il giusto Daniele poté chiudere le fauci dei leoni˚. * Piegandoti per le lo­ro preghiere, * o Salvatore amico degli uomini, * libera anche noi * dal fuoco eterno e inestinguibile, * e rendici degni di ottenere * il tuo regno celeste.
I tuoi fedeli e santi fanciulli, * stando nella fornace in­fuo­cata * come sotto la rugiada˚, * prefiguravano misti­camente * la tua venuta dalla Vergine, * che ha rifulso per noi * senza bruciarci. * Anche il giusto Daniele, * mirabile tra i pro­feti, * chiaramente manifestando il tuo divino secondo av­vento, * gridava: * Io guardavo, ed ecco furono posti dei troni, * e il Giudice si assise * e si riversò un fiume di fuoco˚: * da es­so possiamo noi essere liberati, * o Cristo, * per le loro sup­pli­che, * o Sovrano.
Gloria. Dei progenitori. Tono pl. 2. Di Anatolio.
Celebriamo oggi, o fedeli, * tutti i padri che furono prima della Legge: * Abramo amante di Dio; * Isacco, che è nato per la promessa˚; * Giacobbe e i dodici patriarchi; * con loro ve­neriamo il mitissimo Davide˚, * Daniele, il profeta dilettis­simo˚, * e i tre fanciulli che hanno cambiato la fornace in ru­giada˚: * e chiediamo il perdono al Cristo Dio, * glorificato tra i suoi santi˚.
Ora e sempre. Theotokíon, il primo del tono.
Ingresso, Luce gioiosa e il prokímenon.
Allo stico, stichirá anastásima del tono.
Gloria. Dei progenitori. Tono 3. Di Germano.
Venite, amici della festa, * salmeggiando cele­­briamo * l’assemblea dei progenitori: * Ada­mo, il primo padre, * Enoch, Noè, Melchisedek, * Abra­mo, Isacco e Giacobbe; * dopo l’avvento della Legge: * Mosè e Aronne, * Giosuè, Sa­mue­le e Davide; * insieme a loro, Isaia, * Geremia, Ezechie­le, * Daniele e i dodici profeti, * e con loro Elia, Eliseo e tutti gli altri; * Zaccaria e il Battista, * e quelli che hanno annunciato il Cristo, * vita e risurrezione della nostra stirpe˚.
Ora e sempre. Theotokíon. Stesso tono.
Senza seme, * dallo Spirito divino, * per volere del Padre, * hai concepito il Figlio di Dio, * che è dal Padre prima dei se­coli, senza madre, * e che per noi da te è nato, senza padre: * tu lo hai generato nella carne * e come bam­bino lo hai al­lattato. * Non cessare dunque di inter­cedere, * perché siano liberate dai pericoli * le anime nostre.
Apolytíkion anastásimon.
Gloria. Ora e sempre. Dei progenitori. Tono 2.

Hai giustificato con la fede i progenitori˚, * attiran­do  te, tramite loro, * la Chiesa delle genti. * Si vantano nel­la gloria i santi˚, * perché dal loro seme * procede un frutto insigne: * colei che senza seme ti ha partorito. * Per le loro sup­pliche, * o Cristo Dio, * salva le anime nostre.

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