lunedì 31 dicembre 2012



1˚ GENNAIO 2013
   Circoncisione secondo la carne del Signore, Dio e Sal­va­tore nostro Gesú Cristo; e memoria del nostro santo padre Ba­si­lio il grande (379).
                        VESPRO
Stichirá idiómela della festa. Tono pl. 4.
 


  Il Salvatore, * discendendo presso il genere umano,  accettò di essere avvolto in fasce; non ebbe orrore del­la circoncisione della carne, colui che, quanto alla Madre, * era nato da otto giorni˚, * e quanto al Padre era senza prin­cipio. * A lui, o fedeli, acclamiamo: * Tu sei il nostro Dio, abbi pietà di noi. 2 volte
Non si vergognò, il Dio di ogni bontà, * di ricevere la cir­concisione della carne, * ma a tutti diede se stesso * qua­le mo­dello ed esempio * per la salvezza: * l’autore del­la Legge * a­dem­pie infatti i comandi della Legge * e quan­to a suo riguar­do * era stato annunciato dai profeti. * O tu che tutto tieni in tua mano * e sei avvolto in fasce, * Signore, gloria a te.
Altri stichirá prosómia, del santo. Tono 4.
Tu che sei stato chiamato dall’Altissimo.
O tu, il cui nome significa ‘regno’, * quando comin­ciasti a pascere * con filosofia e scienza, o padre, * il sa­cerdozio regale, * il popolo santo di Cristo˚, * allora, o Ba­silio, * ti ornò del diadema del regno * il Re dei re e Signore di tutti˚, * colui che noi conosciamo eterno Figlio del Padre * e come lui senza principio: * supplicalo di salvare e illu­minare * le anime nostre.
Risplendente nei paramenti pontificali, * con gioia hai annunziato * il vangelo del regno, o Basilio, * riversando sulla Chiesa * insegnamenti di retta fede: * da essi illuminati, * noi proclamiamo ora l’unica Divinità * nel Padre onnipotente, * nell’Unigenito Verbo di Dio * e nel divino Spirito, * e la glorifi­chiamo indivisa, in tre Persone; * supplicala di salvare e illu­minare * le anime nostre.
Tu che ora sei unito ai cori celesti, * e con essi dimori, * padre Basilio, * dopo averne emulato la vita * col lu­minoso splendore della tua condotta, * perché, ancora nel corpo, * tra gli abitanti della terra * vivevi come libero da car­ne: * supplica il Cristo Dio nostro * di salvare dai peri­coli * e dalla tenebra dell’ignoranza * noi che godiamo * della tua dottrina divina­mente ispirata, * e di illuminare le anime nostre.
Gloria. Del santo. Tono pl. 4. Di Anatolio.
Divenuto amante della sapienza, * o santo, * e avendo preferito la comunione di vita con Dio˚ * a tutte le cose crea­­te, * hai giustamente lasciato alla vita terrena * la preoccupazione della morte; * liberandoti infatti dalle passioni della carne * con le fatiche della continenza, * e conservando libera la di­gnità dell’anima * con la divina meditazione della Legge, * per l’abbondare della virtú * hai sottomesso allo spirito * tutto il sen­tire carnale. * Poi­ché dunque hai odiato la carne, * il mon­do e il domi­natore di questo mondo˚, * e ora te ne stai presso Cristo, * chiedi per le anime nostre * la grande misericordia˚.
Ora e sempre. Della festa. Stesso tono.
Il Salvatore, * discendendo presso il genere umano, * ac­cettò di essere avvolto in fasce; * non ebbe orrore della cir­concisione della carne, * colui che, quanto alla Madre, * era nato da otto giorni˚, * e quanto al Padre era senza principio. * A lui, o fedeli, acclamiamo: * Tu sei il nostro Dio, * abbi pietà di noi.
Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.
Lettura del libro della Genesi (17,1-14).
Il Signore apparve ad Abramo e gli disse: Io sono il tuo Dio: sii gradito al mio cospetto, e sii irre­prensibile. Ed io stabilirò la mia alleanza tra me e te, e ti moltiplicherò grande­mente. Abramo cadde con la faccia a terra, e Dio gli disse: Ec­co­mi, la mia alleanza è con te, e tu sarai padre di una molti­tudine di genti. Il tuo nome non sarà piú Abram, ma Abraam, perché io ti ho costituito padre di molte genti. Ti accrescerò moltissimo, ti farò diventare genti, e re usciranno da te. Sta­bilirò la mia alleanza tra me e te e la tua discendenza dopo di te, per le loro generazioni, come alleanza eterna, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. E darò a te e alla tua discendenza dopo di te la terra dove dimori come stra­nie­ro, tutta la terra di Canaan, in possesso eterno, e sarò il loro Dio.
E Dio disse ad Abramo: Tu poi osserverai la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, per le loro generazioni. E questa è l’alleanza che osserverai, l’alleanza tra me e la tua discendenza dopo di te, per le loro generazioni. Ogni vostro maschio sarà circonciso; circonciderete la carne del vostro prepuzio, e ciò sarà segno dell’alleanza tra me e voi. Quando avrà otto giorni, ogni bambino maschio sarà da voi circon­ciso, per le vostre generazioni; anche il servo nato in casa e quello comprato con denaro da qualunque figlio di straniero, che non è della tua stirpe, lo si dovrà circoncidere: il servo nato nella tua casa e quello comprato con denaro. E la mia alleanza sarà nella vostra carne come alleanza eterna. Il ma­schio non circonciso, al quale non sarà stata circoncisa la carne del prepuzio il giorno ottavo, quell’anima verrà elimi­nata dalla sua gente: perché ha violato la mia alleanza.
Lettura del libro dei Proverbi (8,22-30).
Il Signore mi ha creata quale principio delle sue vie, in vista delle sue opere. Prima dei secoli mi ha fondata, in principio, prima di fare la terra, prima di fare gli abissi, prima che scaturissero le sorgenti delle acque. Prima che fossero fissati i monti, prima di tutti i colli mi ha generata. Il Signore ha fatto le regioni abitate e quelle deserte, e le piú alte zone abitate della terra. Quando predisponeva il cielo, io ero con lui, e quando separava il suo trono sopra i venti. Quando rendeva potenti le nubi dei cieli, e quando assicurava le sorgenti della terra. Quando poneva un limite al mare - e le sue acque non lo oltrepasseranno - e faceva robuste le fon­da­menta della terra, io ero presso di lui come ordinatrice. È in me che egli si rallegrava; e io ogni giorno gioivo al suo cospet­to in ogni tempo.
Lettura del libro dei Proverbi e della Sapienza di Sa­lo­mone (passim).
La bocca del giusto stilla sapienza, e le labbra degli uo­mini conoscono le grazie. La bocca dei sapienti medita la sapienza: e la giustizia li libera dalla morte. Alla morte di un uomo giusto, non è perduta la speranza, perché un figlio giusto nasce alla vita, e mieterà fra i suoi beni un frutto di giustizia. Luce sempiterna per i giusti; presso il Signore troveranno grazia e gloria. La lingua dei sapienti conosce il bene, e nel loro cuore riposa la sapienza. Il Signore ama i cuori santi, e gli sono accetti tutti coloro che sono immacolati nel loro cammino. La sapienza del Signore illumina il volto del­l’assennato: essa infatti previene quelli che la desiderano, prima di essere conosciuta, ed è facilmente contemplata da quelli che la amano. Chi di primo mattino la cerca non fati­cherà, e chi veglia per lei sarà presto senza affanni. Perché essa va in giro alla ricerca di quelli che sono degni di lei, e con benevolenza appare loro sui sentieri.
Mai il male prevarrà sulla sapienza. Per questo mi sono innamorato della sua bellezza, l’ho amata e l’ho ricercata dalla giovinezza, e mi sono studiato di pren­derla come sposa. Per­ché il Creatore dell’universo l’ha amata. Essa infatti è ini­zia­trice alla scienza di Dio, ed è lei che sceglie le sue opere. Le sue fatiche sono virtú: è lei che insegna temperanza e pru­denza, giustizia e fortezza, delle quali nulla è piú utile agli uo­mini nella vita. Se poi uno desidera molta esperienza, essa sa farsi un’idea delle cose antiche e delle future; conosce le sottigliezze dei discorsi e le soluzioni degli enigmi; prevede segni e prodigi e le vicende dei tempi e delle epoche: è per tutti buon consigliere. Perché in essa c’è immortalità, e buona fa­ma nella partecipazione ai suoi discorsi.
Per questo pregai il Signore, lo supplicai e gli dissi con tutto il cuore: Dio dei padri e Signore di misericordia, tu che hai fatto tutte le cose con la tua parola, e che con la tua sapienza hai creato l’uomo perché domini sulle creature da te fatte e governi il mondo con santità e giustizia: dammi la sapienza che siede con te in trono, e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella. Mandala dalla tua santa dimora e dal trono della tua gloria, affinché mi assista e mi insegni ciò che ti è gradito, e mi guidi nella conoscenza e mi custodisca nella sua gloria. Perché i pensieri dei mortali sono tutti timidi, e incerte le loro riflessioni.
Apósticha stichirá idiómela. Tono 1. Di Byzas.
O divina e sacra ape * della Chiesa di Cristo, * Basilio beatissimo! * Tu infatti, armato del pungiglione * del divino amore, * hai trafitto le be­stemmie * delle eresie odiose a Dio, * e hai accumulato nel­le anime dei fedeli * la dolcezza della pietà. * Percor­rendo ora i prati divini * del pascolo im­ma­colato, * ricòrdati anche di noi, * poiché stai presso la Tria­de con­su­stanziale.
Stico: La mia bocca parlerà sapienza, e la medi­tazione del mio cuore intelligenza.
Di Basilio monaco. Stesso tono.
Di tutti i santi hai riprodotto le virtú, * padre nostro Basilio: * di Mosè, la mitezza˚, * di Elia, lo zelo˚, * di Pietro, la confes­sione˚; * di Giovanni, la teo­logia, * e, come Paolo, non hai ces­sa­to di gridare: * Chi è de­bo­le, che io non lo sia? * Chi subi­sce scandali, * senza che io ne arda˚? * Ora che abiti con loro, * supplica per la salvezza delle anime nostre.
Stico: La bocca del giusto mediterà la sapienza, e la sua lingua parlerà del giudizio.
Di Giovanni monaco. Tono 2.
Hai studiato la natura degli esseri, * e di tutti hai consi­derato l’instabilità; * immutabile hai trovato solo colui che, * oltre ogni essenza, * è Artefice dell’universo. * Cosí, piú che mai aderendo a lui, * hai respinto l’amore per ciò che non è. * In­tercedi affinché anche noi * giun­giamo al divino amore, * o Basilio, iniziatore ai misteri.
Gloria. Del santo. Tono pl. 2.
Tu che hai ricevuto dall’alto * la grazia dei miracoli, * e che con le tue dottrine * hai condannato al vituperio l’inganno degli idoli, * sei gloria e fondamento dei ponte­fici, * o beatis­si­mo Basilio, * ed esempio della dottrina * di tutti i padri. * Poi­ché hai famigliarità con Cristo, * supplicalo per la salvezza * delle anime nostre.
Ora e sempre. Della festa. Tono pl. 4.
Non si vergognò, il Dio di ogni bontà, * di ricevere la cir­concisione della carne, * ma a tutti diede se stesso * quale mo­del­lo ed esempio * per la salvezza: * l’autore della Legge * adempie infatti i comandi della Legge * e quanto a suo ri­guar­do * era stato annunciato dai profeti. * O tu che tutto tieni in tua mano * e sei avvolto in fasce, * Signore, gloria a te.
Apolytíkion del santo. Tono 1.
Per tutta la terra è uscita la tua voce˚, * poiché essa ha accolto la tua parola * con la quale hai definito divine dottrine, * hai illustrato la natura degli esseri, * hai ordinato i costumi degli uomini. * Regale sacerdozio˚, * pa­dre santo, * pre­ga il Cristo Dio * perché ci doni * la grande misericordia˚.
Un altro, della festa. Stesso tono. Sigillata la pietra.


Senza mutamento hai assunto forma umana, * essendo Dio per essenza, * o pietosissimo Signore. * E, adem­piendo la Legge, * volontariamente ricevi * la circoncisione della carne, * per far cessare le ombre * e to­glie­re il velo delle nostre passioni. * Gloria alla tua bontà; * gloria alla tua amo­ro­sa compassione; * gloria, o Verbo, * alla tua inesprimibile con­discendenza.
Congedo.
Colui che l’ottavo giorno ha accettato di essere circonciso nella carne per la nostra salvezza, Cristo, vero Dio nostro, ecc.

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