mercoledì 1 maggio 2013


2 maggio '13

 Festa liturgica di Sant'Atanasio I il Grande, Patriarca di Alessandria d'Egitto, Confessore, 
Dottore e Padre greco della Chiesa 


      Atanasio I detto il Grande fu l'ottavo Papa della Chiesa Copta (massima carica del Patriarcato di Alessandria d'Egitto) dal 328 e con varie interruzioni fino al 373.
E' venerato come Santo dai Copti, dagli Ortodossi, dai Cattolici, dagli Anglicani e dai Luterani.    La Chiesa Cattolica lo annovera fra i 35 Dottori della Chiesa e la sua festa viene celebrata il 2 maggio (15 maggio per la Chiesa Copta e per le Chiese Ortodosse nelle quali vige l'uso del calendario giuliano), giorno della sua morte.

   La Chiesa Ortodossa lo festeggia anche il 18 gennaio (assieme a San Cirillo di Alessandria, quindicesimo Papa della Chiesa Copta e campione dell'ortodossia ad Efeso nel 431), commemorando il ritorno dall'esilio sofferto a causa della sua fede nicena.
   
  Atanasio ebbe i natali nella cosmopolita ma decadente Alessandria d'Egitto alla fine del III secolo (293 circa), pochi anni prima dell'ultima grande persecuzione contro i cristiani scatenata dall'imperatore Diocleziano. Profondamente legato all'Egitto (nonostante fosse greco, scrisse anche in lingua copta) si formò nell'ambiente alessandrino, dove esisteva una rinomata scuola di teologia (“Didaskaleion”), e iniziò la carriera ecclesiastica come segretario del vescovo Alessandro I.
  
  Ancora diacono, accompagnò il citato presule a Nicea (nell'odierna Turchia) in occasione del Primo Concilio Ecumenico (325), convocato dall'imperatore Costantino I per dirimere la questione sollevata dalla predicazione di Ario, prete originario della Libia ma attivo presso la Chiesa di San Marco di Alessandria, circa la natura di Cristo.

  I Padri conciliari (provenienti per la maggior parte dall'Oriente) elaborarono un “simbolo”, cioè una dichiarazione di fede, nel quale Gesù veniva denominato “Homooùsios” (“Consustanziale, della stessa sostanza del Padre”), che ancora oggi costituisce la base dogmatica del Cristianesimo storico.

   Il “Simbolo Niceno” si poneva in netta antitesi con il pensiero di Ario, che predicava invece la creazione del Figlio ad opera del Padre e quindi negava la divinità di Cristo.
Nel 328, all'età di circa trentacinque anni, Atanasio venne eletto ventesimo Patriarca di Alessandria e quindi ottavo Papa della Chiesa d'Egitto. Egli fu per tutta la vita testimone e strenuo difensore dei princìpi stabiliti a Nicea, e per questa fermezza dovette subire diverse condanne all'esilio negli anni che vanno dalla sua nomina episcopale (328) alla sua morte (373). Profondo conoscitore della natura umana, potè sempre contare sull'affetto e la fedeltà del suo clero e del suo popolo, che non avrebbe esitato a prendere anche le armi in sua difese, sebbene la sua elezione non fosse stata immune da qualche dubbio di irregolarità e precipitazione.
Nella sua posizione come successore dell'evangelista Marco, ebbe molto da soffrire a causa degli ariani e degli imperatori che abbracciavano la causa antitrinitaria. Venne perciò arrestato, destituito ed esiliato cinque volte:

335 / 337: primo esilio a Treviri, nella Gallia Belgica (attualmente in Germania), sotto Costantino il Grande;
339 / 345: secondo esilio a Roma, durante il regno di Costantino II in Occidente e di Costanzo II (di fede cristiano – ariana) in Oriente;
356 / 361: terzo esilio nel deserto egiziano, sotto Costanzo II;
362 / 363: quarto esilio sempre nel deserto egiziano, durante il regno di Giuliano l'Apostata (restauratore del paganesimo);
365: quinto ed ultimo esilio nella periferia di Alessandria, sotto Valente (ariano).

Oltre alla difesa e alla diffusione dell'ortodossia nicena, una delle priorità di Atanasio I fu anche l'evangelizzazione dell'Egitto meridionale, nominando Macedonio come vescovo di Philae (isola del fiume Nilo principale centro del culto di Iside).
L'influenza cristiano – alessandrina arrivò anche a varcare gli stessi confini egiziani: coeva all'episcopato di Atanasio fu la conversione dell'Etiopia ad opera del missionario sirofenicio Frumenzio di Tiro, consacrato vescovo di Aksum proprio dal Patriarca di Alessandria.
Al tempo del suo esilio presso il deserto egiziano sotto Costanzo II, Sant'Atanasio venne a contatto con gli anacoreti e con il loro stile di vita ascetico, interessandosi quindi notevolmente al fenomeno del Monachesimo e stendendo la biografia di Antonio Abate, il fondatore del Monachesimo cristiano (la “Vita Antonii”, opera scritta in greco e successivamente tradotta in diverse lingue).
Campione dell'ortodossia di Nicea, morì ad Alessandria d'Egitto il 2 maggio 373.
Inizialmente seppellite nella città egiziana, le sue spoglie comparvero nel Medioevo a Venezia, collocate nella Chiesa di San Zaccaria. Solo nel 1973, in un rinnovato clima ecumenico post – Concilio Vaticano II, il 117mo Papa copto Shenuda III ottenne dal Papa romano Paolo VI la traslazione delle reliquie di Atanasio presso la Cattedrale di San Marco a Il Cairo, ove sono custodite tuttora.

Opere di Atanasio di Alessandria:

“Vita di Sant'Antonio Abate”;
“Contro i Pagani”;
“Il Verbo incarnato”;
“Deposizione di Ario”;
“Apologia contro gli Ariani”;
“Lettera ai Vescovi di Egitto e di Libia”;
“Lettera riguardo ai decreti del Concilio di Nicea”;
“Apologia all'imperatore Costanzo II”;
“Storia degli Ariani”;
“Quattro discorsi contro gli Ariani”;
“Lettere”;

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