martedì 15 ottobre 2013


16 OTTOBRE 2013

Memoria del santo martire 

Longino, il centurione che era sotto la croce.

VESPRO

Al Signore, ho gridato, 3 stichirá prosómia.
Tono 4. Come generoso fra i martiri.
Vedendo, o glorioso, insieme al buon ladrone˚ * colui che era divenuto mortale, * che aveva sperimentato la croce, * che aveva oscurato lo splendore del sole˚ * e dal fianco aveva fatto scaturire * la remissione salvifica˚, * tu lo hai confessato Dio e Sovrano˚, * che volontariamente aveva subíto la passione˚, * per la sua smisurata compassione.
Vedendo appesa al legno la vite fruttifera˚ * zampillante vino di vita e di remissione, * o glorioso, * accostasti le labbra del cuore * e, bevendo, fosti ricolmo di letizia, * rigettando l’ama¬ra incredulità * come uomo di senno, * come chi manifestamente sceglie il bene * al posto del male.
Messo a morte il tiranno * con l’ardire delle tue parole, * ti consegnasti a volontaria immolazione, * senza temere, o Longino degno di ogni lode, * la morte che ti procurava per grazia * la vita immortale: * perciò con fede celebriamo la tua solennissima memoria, * supplicandoti di intercedere per noi * presso il Signore.
Gloria. Tono pl. 2. Di Giovanni monaco.
Il centurione Longino, * avendo contemplato nella tua passione, o Cristo, * il tempio squarciato˚, * ti proclamava ai giudei Figlio di Dio. * Perciò quei malvagi, * recisa la sua divina testa con la spada, * la gettarono nel letame; * ma una donna la trovò * e le pupille chiuse dei suoi occhi furono aperte; * con lei anche noi a te gridiamo: * O tu che hai incoronato * colui che per te ha lottato, * per le sue suppliche * illumina anche gli occhi del nostro cuore * perché noi glorifichiamo te, Dio, * inchiodato alla croce per salvarci.
Ora e sempre. Theotokíon. Riposta nei cieli.
Io solo * piú di tutti i figli degli uomini ho peccato, * io solo, l’infelice, * commettendo cose che in nessun modo * si possono esprimere con la parola, * o immacolata, * né sono sopportabili all’udito; * per questo ti prego: * Perdona, Sovrana, perdona * e donami conversione, * donami confessione, * donami gemiti e lacrime, * perché in tal modo, col cuore contrito, * io sempre levi il grido: * Ho peccato, ho peccato, * siimi propizio, salvami˚.
Oppure stavrotheotokíon, stessa melodia.
Una spada, come disse Simeone, * ha trapassato il tuo cuore˚, * santissima Sovrana, * al vedere colui che da te * per un’ineffabile decreto era rifulso, * innalzato da iniqui sulla croce come un condannato, * abbeverato di aceto e di fiele˚, * col fianco trafitto˚, * le mani e i piedi inchiodati; * e facendo lamento alzavi grida, * esclamando quale madre: * Perché, Figlio dolcissimo, * questo mistero nuovo?
Allo stico, stichirá dall’októichos.
Gloria. Tono pl. 2. Di Giovanni monaco.
Stando presso la croce * e osservando quanto era accaduto, * vedendo crocifisso sul legno * colui che è Dio e uomo, * tu a lui gridavi: * Nel tuo regno ricordati di me, Signore˚. * Perciò il Salvatore ti diceva: * Beato sei tu, Longino, * e il tuo ricordo è di generazione in generazione˚.
Ora e sempre. Theotokíon. Il terzo giorno sei risorto.
In te ripongo, o Vergine, * tutta la mia speranza: * non trascurarmi, * ma affréttati, o buona, a salvarmi presto * dalle passioni che mi molestano * e che ogni giorno mi fanno guerra.
Oppure stavrotheotokíon, stessa melodia.
Vedendo la Madre-di-Dio tutta immacolata, * pendere dal legno la nostra vita˚, * come madre faceva lamento gridando: * Figlio mio e Dio mio, * salva coloro che con amore ti cantano.
Apolytíkion. Tono 4.
Il tuo martire, Signore, * con la sua lotta, * ha ricevuto da 
te, nostro Dio, * la corona dell’incorruttibilità: * con la tua forza, infatti, * ha abbattuto i tiranni * ed ha anche spezzato * le impotenti audacie dei demoni. * Per le sue preghiere, * o Cristo Dio, * salva le anime nostre.

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