sabato 16 agosto 2014

16 AGOSTO 
Metheórtia della Dormizione, e memoria della traslazione da Edessa dell’icona non dipinta da mano d’uomo del Signore nostro Gesú Cristo, cioè del santo Mandilio (944); e memoria del santo martire Diomede (sotto Diocleziano 284-305).
                                                                          ORTHROS
Dopo la prima sticología, káthisma della festa.
Tono 4. Restò attonito Giuseppe.
Foto: 16 AGOSTO Metheórtia della Dormizione, e memoria della traslazione da Edessa dell’icona non dipinta da mano d’uomo del Signo¬re nostro Gesú Cristo, cioè del santo Mandilio (944); e memoria del santo martire Diomede (sotto Diocleziano 284-305).
ORTHROS
Dopo la prima sticología, káthisma della festa.
Tono 4. Restò attonito Giuseppe.
Le milizie angeliche, * apertamente contemplando il tuo transito, * o immacola¬ta Madre-di-Dio, * o benedetta, degna di ogni canto e tutta santa, * radunata la schiera dei discepoli, * per volere di colui che da te è nato * lieta¬mente portavano in paradiso * il tuo corpo prezioso, * cantando a Cristo, datore di vita, * che vive in eterno.
Gloria. Ora e sempre. Lo stesso tropario.
Dopo la seconda sticología, káthisma, stessa melodia.
Deposta la tua anima tra le mani di colui che, * tuo Creatore e Dio˚, * da te per noi si è incarnato, * te ne sei andata alla vita intatta. * Perciò noi con fede ti proclamiamo beata, * quale sola pura e incontaminata; * e dichiarandoti in senso proprio Madre-di-Dio, * tutti gridiamo: * Implora Cristo, * verso il quale te ne sei andata, * affinché egli salvi le anime nostre. 
Dopo l’ode 3. Káthisma della santa icona.
Tono 1. I soldati a guardia della tua tomba.
Il re di Edessa, * riconoscendoti Re dell’universo, * non per scettri ed esercito, * ma per la moltitudine dei prodigi * che con la sola parola operavi, * aveva implorato te, Dio e uomo, * di andare da lui. * Ma vedendo il telo con la tua immagine impressa, * esclamava: * Tu sei mio Dio e Signore!
Gloria. Del santo. 
Tono pl. 4. Ineffabilmente concepita in grembo.
Ricevuta da Dio la grazia delle guarigioni, * o martire,  ti sei mostrato, o sapiente, * pubblica sala per i malati, o beato, * in virtú dello Spirito santo, * elargendo guarigioni a quanti ricorrono con fede * alla tua divina intercessione; * sempre cacci perciò prodigiosamente * anche le turbe dei demoni, * o medico ammirabile, * Diomede vittorioso. * Intercedi presso il Cristo Dio * perché doni la remissione delle colpe * a quanti festeggiano con amore * la tua santa memoria.
Ora e sempre. Della festa, stessa melodia.
Tu che senza seme hai concepito Dio * e, senza subir corruzione, * lo hai partorito incarnato, * ti rivesti ora della nuova incorruttibilità dello Spirito: * come Madre della vita, infatti, * come Regina di tutti, * te ne vai, o Vergine, alla vita immateriale. * Giustamente sei perciò diventata davvero nube * che per noi fa zampillare le acque della vita, * o Madre-di-Dio tutta immacolata. * Intercedi presso il tuo Figlio e Dio, * perché doni la remissione delle colpe * a quanti con fede rendono culto * alla tua divina dormizione.
Kondákion della festa. Tono 2.
Tomba e morte non hanno trattenuto * la Madre-di-Dio, * sempre desta con la sua intercessione * e immutabile speranza con la sua protezione: * quale Madre della vita, Il 16 di questo stesso mese, memoria del santo martire Diomede.
Lo stesso giorno, memoria dell’ingresso dell’effigie non fatta da mano d’uomo del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesú Cristo, trasferita dalla città di Edessa a questa regina tra le città custodita da Dio.alla vita l’ha trasferita * colui che nel suo grembo semprevergine * aveva preso dimora.
Kondákion dell’icona. Tono 2. Gli araldi sicuri.
Abbiamo ricevuto da Edessa, * come apportatrice di ogni dono, * l’effigie divinamente splendente della tua figura * sfolgorante di bagliori vivificanti. * Tu infatti che hai formato la tua icona, * l’hai ricondotta al suo modello, * o solo ricco di misericordia.
Sinassario.
Il 16 di questo stesso mese, memoria del santo martire Diomede.
Lo stesso giorno, memoria dell’ingresso dell’effigie non fatta da mano d’uomo del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesú Cristo, trasferita dalla città di Edessa a questa regina tra le città custodita da Dio.
A lui gloria e potenza nei secoli. Amen˚.
Exapostilárion del santo. Udite, donne.
Hai divinamente imporporato la Chiesa di Cristo * con i rivoli del tuo sangue, * o glorioso megalomar-tire; * hai estinto la seduzione idolatrica * distruttrice delle anime, * o felicissimo Diomede: * non cessare ora di intercedere per noi * presso il Signore.
Altro exapostilárion, della festa. Tu che il cielo con le stelle.
La schiera degli apostoli, * radunata a mezzo delle nubi, * presta, com’è doveroso, le ultime cure * alla Madre del Signore, * alla presenza del Salvatore * accompagnato da miriadi di angeli.
Allo stico, stichirá prosómia della festa.
Tono 2. Casa di Efrata.
Scortando tra gli inni il tuo venerabile corpo * che aveva accolto Dio, * i divini seguaci gridavano: * Dove dunque te ne vai, o Sovrana?
Stico: Sorgi, Signore, verso il tuo riposo, tu e l’arca della tua santità. 
Venite, figli della terra, * componiamo un coro e cantiamo gli inni funebri * per il transito, oggi, della Madre-di-Dio.
Stico: Ha giurato il Signore la verità a Davide, e non l’annullerà: Del frutto del tuo seno porrò sul tuo trono.
La terra per la tua sepoltura è stata benedetta, * o Vergine, * e l’aria santificata dalla straordinaria ascesa * di una creatura morta per legge di natura.
Gloria. Ora e sempre. Tono 1.
Era conveniente che i testimoni oculari * e ministri del Verbo˚ * vedessero anche la dormizione * della Madre sua secondo la carne, * l’ultimo dei misteri che la rigu¬arda, * perché non risultassero spettatori solo dell’a¬scensione * del Salvatore dalla terra, * ma anche testi¬moni del tran¬si¬to * di colei che lo aveva generato. * Trasportati dunque per divina potenza * da ogni parte del mondo, * raggiunsero il monte Sion * e scortarono colei che, * piú elevata dei cherubini, * si affrettava verso il cielo. * Anche noi insieme a loro la veneriamo * come colei che intercede per le anime nostre.
Le milizie angeliche, * apertamente contemplando il tuo transito, * o immacolata Madre-di-Dio, * o benedetta, degna di ogni canto e tutta santa, * radunata la schiera dei discepoli, * per volere di colui che da te è nato * lietamente portavano in paradiso * il tuo corpo prezioso, * cantando a Cristo, datore di vita, * che vive in eterno.
Gloria. Ora e sempre. Lo stesso tropario.
Dopo la seconda sticología, káthisma, stessa melodia.
Deposta la tua anima tra le mani di colui che, * tuo Creatore e Dio˚, * da te per noi si è incarnato, * te ne sei andata alla vita intatta. * Perciò noi con fede ti proclamiamo beata, * quale sola pura e incontaminata; * e dichiarandoti in senso proprio Madre-di-Dio, * tutti gridiamo: * Implora Cristo, * verso il quale te ne sei andata, * affinché egli salvi le anime nostre.
Dopo l’ode 3. Káthisma della santa icona.
Tono 1. I soldati a guardia della tua tomba.
Il re di Edessa, * riconoscendoti Re dell’universo, * non per scettri ed esercito, * ma per la moltitudine dei prodigi * che con la sola parola operavi, * aveva implorato te, Dio e uomo, * di andare da lui. * Ma vedendo il telo con la tua immagine impressa, * esclamava: * Tu sei mio Dio e Signore!
Gloria. Del santo.
Tono pl. 4. Ineffabilmente concepita in grembo.
Ricevuta da Dio la grazia delle guarigioni, * o martire, ti sei mostrato, o sapiente, * pubblica sala per i malati, o beato, * in virtú dello Spirito santo, * elargendo guarigioni a quanti ricorrono con fede * alla tua divina intercessione; * sempre cacci perciò prodigiosamente * anche le turbe dei demoni, * o medico ammirabile, * Diomede vittorioso. * Intercedi presso il Cristo Dio * perché doni la remissione delle colpe * a quanti festeggiano con amore * la tua santa memoria.
Ora e sempre. Della festa, stessa melodia.
Tu che senza seme hai concepito Dio * e, senza subir corruzione, * lo hai partorito incarnato, * ti rivesti ora della nuova incorruttibilità dello Spirito: * come Madre della vita, infatti, * come Regina di tutti, * te ne vai, o Vergine, alla vita immateriale. * Giustamente sei perciò diventata davvero nube * che per noi fa zampillare le acque della vita, * o Madre-di-Dio tutta immacolata. * Intercedi presso il tuo Figlio e Dio, * perché doni la remissione delle colpe * a quanti con fede rendono culto * alla tua divina dormizione.
Kondákion della festa. Tono 2.
Tomba e morte non hanno trattenuto * la Madre-di-Dio, * sempre desta con la sua intercessione * e immutabile speranza con la sua protezione: * quale Madre della vita.
 Il 16 di questo stesso mese, memoria del santo martire Diomede.
Lo stesso giorno, memoria dell’ingresso dell’effigie non fatta da mano d’uomo del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesú Cristo, trasferita dalla città di Edessa a questa regina tra le città custodita da Dio.alla vita l’ha trasferita * colui che nel suo grembo semprevergine * aveva preso dimora.
Kondákion dell’icona. Tono 2. Gli araldi sicuri.
Abbiamo ricevuto da Edessa, * come apportatrice di ogni dono, * l’effigie divinamente splendente della tua figura * sfolgorante di bagliori vivificanti. * Tu infatti che hai formato la tua icona, * l’hai ricondotta al suo modello, * o solo ricco di misericordia.
                                              Sinassario.
Il 16 di questo stesso mese, memoria del santo martire Diomede.
Lo stesso giorno, memoria dell’ingresso dell’effigie non fatta da mano d’uomo del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesú Cristo, trasferita dalla città di Edessa a questa regina tra le città custodita da Dio.

 
A lui gloria e potenza nei secoli. Amen˚.
Exapostilárion del santo. Udite, donne.
Hai divinamente imporporato la Chiesa di Cristo * con i rivoli del tuo sangue, * o glorioso megalomar-tire; * hai estinto la seduzione idolatrica * distruttrice delle anime, * o felicissimo Diomede: * non cessare ora di intercedere per noi * presso il Signore.
Altro exapostilárion, della festa. Tu che il cielo con le stelle.
La schiera degli apostoli, * radunata a mezzo delle nubi, * presta, com’è doveroso, le ultime cure * alla Madre del Signore, * alla presenza del Salvatore * accompagnato da miriadi di angeli.
Allo stico, stichirá prosómia della festa.
Tono 2. Casa di Efrata.
Scortando tra gli inni il tuo venerabile corpo * che aveva accolto Dio, * i divini seguaci gridavano: * Dove dunque te ne vai, o Sovrana?
Stico: Sorgi, Signore, verso il tuo riposo, tu e l’arca della tua santità.
Venite, figli della terra, * componiamo un coro e cantiamo gli inni funebri * per il transito, oggi, della Madre-di-Dio.
Stico: Ha giurato il Signore la verità a Davide, e non l’annullerà: Del frutto del tuo seno porrò sul tuo trono.
La terra per la tua sepoltura è stata benedetta, * o Vergine, * e l’aria santificata dalla straordinaria ascesa * di una creatura morta per legge di natura.
Gloria. Ora e sempre. Tono 1.
Era conveniente che i testimoni oculari * e ministri del Verbo˚ * vedessero anche la dormizione * della Madre sua secondo la carne, * l’ultimo dei misteri che la riguarda, * perché non risultassero spettatori solo dell’ascensione * del Salvatore dalla terra, * ma anche testimoni del transito * di colei che lo aveva generato. * Trasportati dunque per divina potenza * da ogni parte del mondo, * raggiunsero il monte Sion * e scortarono colei che, * piú elevata dei cherubini, * si affrettava verso il cielo. * Anche noi insieme a loro la veneriamo * come colei che intercede per le anime nostre.

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