sabato 25 aprile 2015

                                 -26 APRILE 2015 -
                     Domenica IV di Pasqua: del Paralitico.
    Memoria del santo ieromartire Basilio, vescovo di Amasea 
                               (sotto Licinio, ca. 322).
 
                                                                          Tono III
APOLITIKIA 
    Effrenèstho ta urània, agaliàstho ta epighia, òte epiìse kràtos en vrachioni aftù o Kìrios; epà-tise to thanàto ton thànaton, protòkos ton nekròn eghèneto; ek kilias Adhu errìsato imàs ke parèsche to kòsmo to mèga èleos.
     I ke en tàfo katìlthes, Athàna-te, allà tu Adhu kathìles tin dhìnamin ke anèstis os nikitìs, Christè o Theòs, ghinexì mirofòris fthenxàmenos: Chèrete, ke tis sis Apostòlis irìnin dhorùmenos, o tis pesùsi parèchon anàstasin
    Si rallegrino le regioni celesti, esultino quelle terrestri, perché il Signore ha operato potenza con il suo braccio: con la morte ha calpestato la morte, è divenuto primogenito dei morti, dal ventre dell’ade ci ha strappati, e ha elargito al mondo la grande misericordia.
    Sei disceso nella tomba, o Immortale, e all’incontro hai distrutto la potenza dell’Inferno; e sei risorto qual vincitore, oCristo Dio, esclamando alle donne che ti recavano aromi: Salve! e hai concesso la pace ai tuoi Apostoli, Tu che dai ai peccatori la risurrezione.

APOSTOLO (Atti 9, 32 - 42)
- Inneggiate al Dio nostro, inneggiate; inneggiate al re nostro, inneggiate. (Sal 46,7)
- Popoli tutti, applaudite, acclamate a Dio con voci di Gioia. (Sal 46,2)
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, avvenne che mentre Pietro andava a far visi-ta a tutti, si recò anche dai fedeli che dimoravano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva su un lettuccio ed era paralitico. Pietro gli disse: “Enea, Ge-sù Cristo ti guarisce; alzati e rifatti il letto”. E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si conver-tirono al Signore.
A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità, nome che significa “Gazzella”, la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni si ammalò e morì. La lavarono e la deposero in una stanza al piano su-periore. E poiché Lidda era vicina a Giaffa i discepoli, udi-to che Pietro si trovava là, mandarono due uomini ad invi-tarlo: “Vieni subito da noi!”. E Pietro subito andò con loro. Appena arrivato lo condussero al piano superiore e gli sifecero incontro tutte le vedove in pianto che gli mostravano le tuniche ed i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a prega-re; poi rivolto alla salma disse: “Tabità, alzati!”. Ed essa a-prì gli occhi , vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i credenti e le vedove, e la presentò loro viva. La cosa si riseppe in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore. Pietro rimase a Giaffa parec-chi giorni, presso un certo Simone conciatore.
Alliluia (3 volte).
- In te mi rifugio, Signore, ch’io non resti confuso in eterno. Li-berami per la tua giustizia e salvami. (Sal 70,1)
Alliluia (3 volte).
- Sii per me un Dio protettore, e baluardo inaccessibile ove por-mi in salvo. (Sal 70,3)
Alliluia (3 volte).
VANGELO (Giovanni 5, 1 - 15 )
In quel tempo, vi fu una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. V’è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella pisci-na e agitava l’acqua; il primo ad entrarvi dopo l’agitazione dell’acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto. Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato.
Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: “Vuoi guarire?”. Gli rispose il malato: “Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina 5
quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me”. Gesù gli disse: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”. E sull’istante quell’uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo guarito: “E’ sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio”. Ma egli rispose loro: “Colui che mi ha guari-to mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina”. Gli chie-sero allora: “Chi è stato a dirti: “Prendi il tuo lettuccio e cammina?”. Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: “Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio”. Quell’uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo.

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