giovedì 10 dicembre 2015


11 DICEMBRE 2015

Memoria del nostro santo padre Daniele stilita (493).

VESPRO

Al Signore, ho gridato, 6 stichi e stichirá prosómia.
Tono pl. 4. Come vi chiameremo, santi?
Che nome ti daremo, Daniele? * Asceta, perché hai sottomesso le passioni all’intelletto. * Lottatore, perché sei stato costante in ogni pena: * colonna che si leva da terra verso l’alto, * piantata sulla roccia della verità;coraggiosissimo combattente * e medico espertissimo.Implora per la salvezza delle anime nostre.
Come ti chiameremo, Daniele? * Sradicatore delle passioni * e coltivatore di virtú; * vero taumaturgo * e intercessore per i peccatori; * valentissimo fugatore di spiriti; * astro che risplende per la pietà; * ricettacolo dello Spirito; * difensore della Chiesa. * Implora per la salvezza delle anime nostre.
Come dunque ti chiameremo, Daniele? * Modello dei monaci * e maestro di continenza; * decoro dei fedeli * e operatore di guarigioni; * lampada che irradia di luce * quelli che sono nella tenebra; * concittadino degli angeli * e loro pari; * abitante del paradiso * e uomo celeste. * Implora per la salvezza * delle anime nostre.
Gloria. Tono pl. 1. Dello Studita.
Dopo aver ben trafficato * il talento a te affidato da Cristo,o santo padre, ti sei mostrato anche dopo la morte * fugatore di demoni,medico per svariate malattie, * colonna, sostegno e monte santo * della Chiesa di Cristo; * per questo noi ti supplichiamo,o Daniele taumaturgo, di chiedere la pace e, * per le anime nostre, * la grande misericordia˚.
Ora e sempre. Theotokíon.
O piena di grazia˚,intercedi con le tue suppliche * e chiedi per le anime nostre, * te ne preghiamo,abbondanza di compassione, * e il perdono delle nostre molte colpe.
Oppure stavrotheotokíon. 
Gioisci, tu che sei veramente.
Vista la tua augusta passione, * o paziente Sovrano dell’universo, * la venerabile e purissima Madre tua, * piangendo amaramente * e battendosi il petto, gridava: * O mio dolcissimo Gesú, * parola per me di salvezza, * luce del mondo intero, * divino sole senza tramonto, * come dunque sopportare * di vederti pendere dal legno della croce * come un malfattore, col petto immacolato * trafitto, ahimè, dalla lancia˚, * e come continuare a vivere, * Figlio mio e Dio mio, * a meno che non risplenda per me * la luce della tua risurrezione?
Allo stico, stichirá dall’októichos.
Apolytíkion. Tono 1.
Sei divenuto colonna di pazienza, * emulando i progenitori, o santo: * Giobbe nei patimenti, * Giuseppe nelle tentazioni, * e il modo di vita degli incorporei, * pur essendo in un corpo. * Daniele, santo padre nostro, * intercedi presso il Cristo Dio * per la salvezza delle anime nostre.

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