domenica 29 novembre 2015

30 Novembre Memoria del santo e 
glorioso apostolo Andrea, il primo chiamato.

E TRIDHIETËTA DITë E NËNDORIT 

I"PARI THRITUR" APOSTULL SHëNT ANDREU

në akoluthin mbrëmësore

        Tue u përshtatur Dritës e Paradhromit si Përthimi i lëvdìs e Ati't i dyjtí Vet i TrinIs s’shejte u dëftua sa të shpëtoj te lipisia e 'Tij jinin e njerëzëvet , ahierna Ti rrodhe tek Aì,o i shkjuari Andrè, e shpirtijit kle ndrítur nga shkëlkjimi i përsosur i hjynis s'Tij. Prandai Ti .kleve e ligjërues e Apostull i Krishtit Perëndia jinë Atij lutu . o Shejt.sa të ndëjenjë e shpëtonjë shpirtrat t'anë.


        Tu che sei stato formato * alla luce del precursore,quando apparve colui * che è irradiazione enipostatica della gloria del Padre * per salvare, nella sua compassione,* il genere umano, * allora, per primo, o glorioso, * sei accorso a lui , * con la mente illuminata * dal perfettissimo fulgore
della sua divinità; * per questo sei divenuto anche araldo apostolo* del Cristo Dio nostro: * supplicalo di salvare e illuminare le anime nostre.

        Ti çë kishe gjegjur zërin e Prodhromit kur u mishërua gjithëshejti FIALë sa t'na dhuroj gjellën e sa të na lajmëroj shpëtimin ahierna Ti i rrodhe prapa.o i dijshëm, e u fale tërë Atij si e para pemë e shejte. Si e njohe Ti e njoftove t'it vëllai. Parkalese të ndritënjë e shpëtonjë shpirtrat t'anë.
Tu che sei stato istruito dalla voce del precursore, * quando il Verbo santissimo si è fatto carne * per darci la vita * e perannunciare la salvezza agli abitanti della terra, * allora, o sapientis-simo, lo hai seguito * e gli hai consacrato te stesso come primizia, come santissima offerta di primizie; * riconoscendolo, hai indicato a tuo fratello il nostro Dio : * pregalo di salvare e illuminare le anime nostre. 

        Kur Ti ishe dsënës i Prodhromit, ahierna u le i Biri i Virgjërës: Ail Mësuesi i lutësì , DIEJA, pastra Ahierna u bëre dashurues i dhezur i virtutës; te zëmëra jote o i lum Andrè , rregullove hapet e të hipurit t'atë e nga një lëvdi shkove te lëvdia e pathënëshme e Krishtit Perëndia jinë. Lutiu të ndritënjë e të shpëtonjë shpirtrat t'anë.

       Tu che frequentavi * colui che era germogliato dalla sterile,quando sorse il Figlio verginale, * il maestro della pietà, * che mostra la purezza della temperanza, allora tu sei divenuto ferventissi-
mo innamorato della virtú, o beato Andrea, * disponendo ascensioni nel tuo cuore ; * e ti sei elevato alla gloria * all'inesprimibile gloria del Cristo Dio nostro ; * supplicalo di salvare e illuminare le anime nostre.
Gloria. Lëvdi .....

      Le të peshkuarit e pishkjëvete zure të mirrie njerëzë me kallmin e ligjëratës e hjynushme e Me grepin i Besës e nga të humbëtit e gënjeshtrës holkje gjithë kombet, Andrè Apostull.Ti , vëllau i Korifeut udhëhekjës zelltar i jetës, mos u lips të lutesh për ne çë me besë e mall Të madhërojëm,o i famëshëm, të shejtin kujtim. 

      Abbandonata la pesca dei pesci, o apostolo, * hai preso nella rete gli uomini, * con la canna dell'annuncio, * calando come amo * l'esca della pietà, * e traendo dall'abisso dell'inganno* tutte le genti. * 0 apostolo Andrea, *fratello del corifeo e penetrante maestro di tutta la terra, * non cessare di intercedere per noi * che con fede e amore, o degno di ogni lode, onoriarno la tua memoria sempre venerabile.

     Gëzou,o Isaì, prit Fialën e Perëndis, profetò Virgjërë Mërie se driza hë flakë për ziarrín ngë ka t'jet prishur nga ziarri i Perëndìs t’ënë.Le të përgatitet Betlemi e sbillëshit derën Edhemi përçë Magjinjët jan'e vijën të shohiën pështiellë te skutinat te grazhdi i shtazavët Atë çë y1li shenoi sipër shpellës,t’ën’Zonë gjellëdhënësin ,Shelbuesin i jinis t'ënë.
Nani Ora e sempre. 

     Danza, Isaia, * accogli il Verbo di Dio: * profetizza alla Vergine Maria * che il roveto arderà, * ma non sarà consumato dal fuoco . , * dal fulgore della Divinità. * Prepàrati, Betlemme, * Eden, apri la porta; * e voi magi venite a vedere * la salvezza avvolta in fasce in una greppia : * una stella al di sopra della grotta lo ha indicato , * il Signore datore di vita, * il Salvatore del genere umano.

    Ingresso, Luce gioiosa , prokímenon del giorno e le letture. 
Lettura della prima epistola cattolica di Pietro(1,1-2.10-2,6).

     Pietro, apostolo di Gesti Cristo, ai fedeli dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia, eletti secondo la prescienza di Dio Padre mediante la santificazione dello Spirito, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue: grazia e pace a voi in abbondanza. Carissimi, sulla salvezza delle vostre anime indagarono e scrutarono i profeti che profetizzarono sulla grazia a voi destinata cercando di indagare a quale momento o a quali circostanze accennasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che dovevano seguirle. E fu loro rivelato che non per se stessi, ma per voi, erano ministri di quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno predicato il vangelo
nello Spirito santo mandato dal cielo; cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo.
Perciò, dopo aver preparato la vostra mente all'azione,siate vigilanti, fissate ogni speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà. Come figli ubbidienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, quando eravate nell'ignoranza, ma ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta; Poiché sta scritto: Voi sarete santi, perché io sono santo. E se Pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio. Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dal vostri padri ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi. E voi per opera sua credete in Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, e cosi la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio.Dopo aver santificato le vostre anime con l'obbedienza alla verità mediante lo Spirito, per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente con cuore puro, gli uni gli altri, essendo stati rigenerati non da seme corruttibile, m a immortale, cioè dalla parola di Dio viva ed eterna. Poiché tutti i mortali sono come l'erba e ogni loro splendore è come fiore d'erba. L’erba inaridisce, i fiori cadono, ma la parola del Signore rimane in eterno. E questa è la parola del vangelo che vi è stato annunziato. Deposta dunque ogni malizia e ogni frode e ipocrisia, le gelosie e ogni maldicenza. come bambini appena nati, bramate il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza: se davvero avete gustato come è buono il Signore. Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesti Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso.
Lettura della prima epistola cattolica di Pietro (21,21-3,9).
Carissimi, Cristo patí per voi, lasciandovi un esernpio perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno nella sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta,ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché non vivendo piú per il peccato, vivessimo per la giustizia; sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore,ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché, anche se alcuni si rifiutano di credere alla Parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati considerando la vostra condotta casta e rispettosa. Il vostro ornamento non sia quello esteriore capelli intrecciati, collane d'oro, sfoggio di vestiti; cercate piuttosto di adornare l'interno del vostro cuore con un' anirna incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. Cosi una volta si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, come Sara che obbediva ad Abramo chiamandolo signore. Di essa siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da nessuna minaccia.
E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: cosí non saranno impedite le vostre preghiere. E finalmente siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, affabili; non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo, perché a questo siete stati chiamati, per avere in eredità la benedizione.
Lettura della prima epistola cattolica di Pietro (4,1-11).
Carissimi, poiché Cristo soffrí per noi nella carne,armatevi anche voi degli stessi sentimenti; chi ha sofferto nel suo corpo, ha rotto definitivamente col peccato, per non servire piú alle passioni umane, ma alla volontà di Dio nel tempo che gli rimane in questa vita mortale. Basta col tempo trascorso nel soddisfare le passioni del pagane o, vivendo nelle dissolutezze, nelle bramosie, nelle crapule, nei bagordi, nelle ubriachezze e nel culto illecito idoli. Per questo trovano strano che voi non corriate e con loro verso questo torrente di perdizione e vi oltraggiano. Ma renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti; infatti è stata annunziata la buona novella anche ai morti, perché pur avendo subíto, perdendo la vita del corpo, la condanna comune a tutti gli uomini, vivano secondo Dio nello spirito.
La fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera. Soprattutto conservate tra voi una grande carità, perché la carità copre una moltitudine, di peccati. Praticate l'ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare. Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio. Chi parla, lo faccia come con parole di Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l'energia ricevuta da Dio, perché in tutto venga glorificato Dio per mezzo di Gesti Cristo, al quale appartiene la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
A P 0 S T I H A
       T’falemi , o Parrais mystik,çë lëvdìn e Perëndìs gjithëmonë rrëfien.i pari çë u përgjegje thirries te Krishtit me zell , shpejt dsënës i 'Tij u bëre e nga Ai dhezur u dëftove një e dyjtë dritë e atà në të errët me të shkëlkjìerìt i ndrite,mirësin e 'Tij tue imituar.Andai na kremtojëm kujtimin t'ënt e me gëzìm relikujvet t'ote i përmisemi pse nga atò burojën kuj i lip,shëlbesë e lipisì.
     Gioisci, cielo razionale * che continuamente narri la gloria di Dio ; * tu che per primo hai seguito con ardore * il Cristo che ti chiamava * e senza indugio ti sei fatto suo discepolo; * da lui acceso, sei apparso luce seconda, * e con le tue folgori hai illuminato * coloro che erano nella te-
nebra , * imitando la sua bontà. * Noi dunque celebriamo la tua festività santissima, * e baciamo pieni di gaudio l'urna delle tue reliquie, * dalla quale, per quelli che lo chiedono, * fai scaturire salvezza * e grande misericordia * .
Stico Te gjithë jeta dolli zëri i 'tire; te gjithë anë t e botës fialët e ‘tire.
Per tutta la terra è uscita la sua voce e sino ai confini del mondo le sue parole.
       Trovato il culmine di ogni desiderio, * che nella sua amorosa compassione per noi * si era rivestito della nostra natura, * tu, o Andrea di mente divina, * ti sei fuso con lui con amore infuocato, * gridando al tuo fratello: * Abbiamo trovato colui che i profeti * nello Spirito hanno annunciato ; * vieni lasciamo che la nostra anima e la nostra mente * siano affascinate dalle sue bellezze: * cosí , illuminati dai suoi fulgori, fugheremo la notte dell'inganno * e la tenebra dell'ignoranza benedicendo Cristo, * che elargisce al mondo * la grande misericordia *
          Posa gjete kulmin e dëshirëvet t'atë. Atë çë për dashuri veshi naturën t'ënë,o Andrè, u bashkove me Atë me mall të ziarrshëm e i ulërite t'it vëllai: Atë çë Profetrat lajmëruan në shpirt e- gjetëm, ë KRISHTI; e j a . Bukuria e ‘tij na tërhekjë e shpirtin e mendien,sa të ndriturë nga shkëlkjimi i ‘Tijna përzëm errësirën e paditurìs natën gënjeshtrës,tue lëvduar,tue.bekuar t’in'.Zonë çë i fal jetës të madhen lipisi.
Stico: Do t'rrëfiejën mbëledhia e shejtravet
I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani.
         Kombet çë ngë njihiën t’ën’Zonë,si nga gropa e padituris i peshkove me rrietën e fialëvet t'ote e me një këmbë e sigurte Ti trazove valat të kripura e dejtit tue u dëftuar si kali më i Mirë t'Atij çë zotëron dejtin. Ahierna Ti luftove kangrenën e atheismit e si kripë i vëje diturin t'ënde edhè në u skotisën, o Apostull i lëvduashëm atà çë pa turp kundrështojën me diturin e ‘tire çë kjell te lënësia , Krishtin , pse ngë njohën Atë çë i fal jetës një të madhe lipisi
         Hai pescato come dall'abisso dell'ignoranza, * le genti che non conoscono Dio * con la rete dei tuoi discorsi, * tu visibilmente sconvolgi i mari salmastri, * come nobile cavallo di colui che domina il mare *, o celebratissimo , * e hai disseccato la putredine dell'ateismo, gettandovi come sale prezioso la tua sapienza : * di essa hanno stupito, * o apostolo glorioso, *quelli che impudentemente aderivano * alla sapienza dimostrata stolta , * non conoscendo Cristo, * che elargisce al mon-
do * la grande misericordia .
Gloria. lëvdì ......
       Të vëllain i Pietrit, Dsënësin i Krishtit,pishkëtar pishkjish dhe njerëzish le të nderojëm me hymne Andreun Apostullin, pse Ai gjithëmonë bën të njihen mësímet e Iisuit. Si shtihet pishkjëvet rrajsa , Aì lëshoi kurmìn e 'Tìj vet të palutshmëvet e i zurì te rrìeta.Paj të lutjevet e ‘ Tij ,o Krisht Perëndia jinë, fal popullit t'ënt pakjen e shumë lipisi .
        Onoriamo con inni l'apostolo Andrea, * fratello di Pietro e discepolo di Cristo, * colui che catturava Pesci * ed è pescatore di uomini : * egli con le sue dottrine * ha inculcato a tutti gli insegnamenti di Gesú ; * come l'esca ai pesci * ha dato agli empi le sue carni, * e li ha presi nella rete. * Per le sue suppliche, o Cristo, * elargisci al tuo popolo la pace * e la grande misericordia'.
nani ....Ora e sempre. Proeórtion. Stesso tono.
       Josif, thúana , si Virgjëren e more kur .dolli nga Faltoria e kjelle me barrë në Bethleèm?
U thot ai , vezhguar Profetrat e i njoftuar nga Engjëlli, u bìnda se Mërjeja ka t’ lindënja Perëndin me viershë çë ngë mend’t’ ndë1gonet. Sa t'i përmise ka’vijën edhè Magiinjët nga Lindia e ka t’i bien dhreti të çmuame tue e proskjinisur. O madh’in’Zot,çë u mishërove për ne paçe lëvdì !
       Di' a noi Giuseppe, * come conduci incinta a Betlemme * la Vergine che hai presa dal santo dei santi? * Ci risponde: * lo ho esaminato i profeti, * e, ricevuto il responso da un angelo, * sono persuaso che, in modo inesplicabile, * Maria genererà Dio: * per adorarlo verrano magi dall'oriente * e gli renderanno culto con doni preziosi. * 0 tu che per noi ti sei incarnato, * Signore, * gloria a te.
    Apolytikion.
     Si pari thërritur i Apostojvet e të Krietarit i vëllau,të zotit i gjithësìs lutu, o shën Andre',sa t'i japënjë jetës pakjien e shpirtravet t’anë të madhen lipisi.
      Come primo chiamato fra gli apostoli * e fratello del corifeo, * supplica, o Andrea, * il Sovrano dell'universo * perché doni al mondo la pace, * e alle anime nostre la grande  misericordia *
.Gloria. Ora e sempre. Theotokíon.
Ἀπολυτίκιον Ἦχος δ'
Ὡς τῶν Ἀποστόλων Πρωτόκλητος, καὶ τοῦ Κορυφαίου αὐτάδελφος, τὸν Δεσπότην τῶν ὅλων Ἀνδρέα ἱκέτευε, εἰρήνην τῇ οἰκουμένῃ δωρήσασθαι, καὶ ταῖς ψυχαῖς ἡμῶν τὸ μέγα ἔλεος.

     Il Mistero nascosto dall'eternità * e ignoto agli angeli, * è stato rivelato grazie a te , * Madre-di-Dio, * agli abitanti della terra: * Dio incarnato, in unione senza confusione , * Dio che con la sua croce ha vinto il male. Per noi * ha volontariamente accettato la croce *, * e risuscitando con essa il primo uomo creato, * ha salvato dalla morte le anime nostre.

venerdì 27 novembre 2015


NOVENA E SHEN KOLLIT



                



      O i shën Kuall, na të truhemi tij çë ashtu si jershe te jeta, u dëftove shërbëtor i dashur i Perëndis e zure fill çë ahierna të parkalesie me ziarr zëmbrie e të argjëroje nga e mërkurie e nga e prëmptie tue lënë fëmijës s’varfër sisën çë ki pije ti.Ti shejtëruar më para se të leheshe, lipi t’in’Zoti hir të ruajëm bardhësirën e shpirtit, çë fituam me pagëzimin shejt, hir të mbajëm në mendë e të ndjekiëm shembujit të mirë çë ti na le çë kur ishe i nokërth e hirin të përkujdesemi vetëm për gjellën e vërtete tue mundur kurmin.
     
             Ati i jinë…..Lëvdi past…      

    O i shën Kuall, na të truhemi tij, çë tue sgledhur e tue përmendur nate e ditë të Shkruamet shejte, fortësove edhe sbukurove trut t’ote me dituri, akjë sa turpurove e munde armikjët e besës, e i dhe dritë atire çë me dëshir të math rrijën e gjegjeshën gjithë fialët e çë burojën e gjegjeshën gjithë fialët urta e çë burojën nga goja jote. Ti, o diell të dituris të vërtetë, lipi për ne t’in’Zoti hir të mos kërkojëm urtësin e jetës, të mos marriëm vesh mesimet gënjeshtare çë trubullojën zëmbrën e çë trazojën trut, po mesimet të Vangjejit çë ti ngë u lodhe kurr të ligjëroje e çë Zoti Krisht shejtëroi tue derdhur gjakun e tij mbi drurin e Krikjes.     

      O i shën Kuall, na të truhemi tij çë tue ruajtur me kujdes të math vistaria shejt të besës, kleve si një Apostull i ri i dërguar në këtë jetë sa te ngjallie e sa të përtërije te zëmbrat e njerëvet ziarrin çë dhezi Fiala e pasosme e t’in’Zoti.Ti, o shtillë e Klishës, ti o delmer i mirë, ngë u mejtove fare për vethèn t’ënde e fare u kurseve përpara punës e mundimevet, rrijte nate e ditë i sgjuar sa t’llargoje, nga vathi çë i Larti të la në dorë, të rremet e Noetit e gabimet e Sabellit si edhe eresit e Ariit. Nani lipi t’in’Zoti për ne hiri të mos dajëm kurr nga gjiri ushkjimtar i Klishës, po të rrim nën hjès s’saj si bij të njohshëm te të dashurës mëmë.      
    O i shën Kuall, na të priremi tij, çë tue prierrë krahët pëlkjimevet edhe gëzimevet e jetës, e tue përbuzur ndihmat e të taksurat e të mëdhenjëvet e dheut, si edhe kërsërimet e ndëshkimet e tire, gjithë shpresën t’ënde e vure te fukjia e Rregjit të rregjëravet , te pushteti i Zotit të Zotëvet, pas fialës të Davidhit çë thot: Mos kij shpresë te të parët e botës e të bijët e njerëzvet te të çilit ngë mëndë kurr të gjëndet shpëtim”.Ti, o skomoller i math i Zotit Krisht, çë ngë harrove kurr se kush me t’ën’Zonë u vuar kurr u sbuar , lipi Atij hir për ne, të klam me gjithë zëmbërë mëkatët t’ona, e të kemi shpresë vetëm tek Ai çë vetëm mëndë të na dhuronjë të mirat të vërteta, pakjien e shpirtit e gjellën e pasosme.     

     O i shën Kuall, na të truhemi tij çë tue kërkuar tìj glisie te gjithë gjella të hjinushmit mieshtër bure të mirë atireve çë ndodheshën në mjerësi si edhe tue dashur Perëndin mbi gjithkjish ndjève pajt t’inë Zoti ndjekëtarët të kekjë e të egërit armikjë t’atë e kleve zëmbërë gjerë e i but me ata çë të shajtën, të shplakosën, të dogjën mjekërrën, të shtun te fulakjia, të vran shkupinjëshit e çë edhe kërkuan të të ndsieriën Gjelliet.
    
     Ti, o thavmasor i math, ëngjell dashurie, e ndajte bukën me të vapkjit, veshe të dçeshuritë, ngushullove të vejat, pate kujdes për të varfëritë, për të sëmurët, për të lidhuritë, i dhe pajën vashazvet çë ndodheshën në rrëzik për vapkësin, çë ngjalle të vdekuritë, bekove gjirin të shterpavet, lipi Perëndis hir për ne sa të dhezënjë zëmbrat t’ona me flakën e pashuashme e dashuris, e të jetsiëm edhe na te dhromi çë kjell tek ajo rregjëri çë kle stisurë për të sgledhuritë teku ti rron e trazhgon i lum për gjithëmonë. Ashtu kloft.

28 NOVEMBRE 2015

 Memoria del nostro santo padre Stefano il giovane (764) 

e del martire Irenarco (sotto Diocleziano, 284-305).


VESPRO

Al Signore, ho gridato, 6 stichi e stichirà prosómia del santo.
Tono pl. 2. Riposta nei cieli.

Tutto consacrato al Signore fin dalla giovinezza, *sei divenuto estraneo alla carne * e al rapporto col mondo, * o sacratissimo, * essendo, o Stefano, * ottimo monaco * e ricettacolo del divino Spirito. * Dopo aver rinchiuso in una strettissima casa * il tuo corpo, o beato, * hai sollevato a volo l’intelletto verso il cielo * per rispecchiare l’ineffabile bellezza * del Cristo Re e Dio: * venerando la sua immagine, * con grande forza hai lottato.Dopo aver digiunato quaranta giorni come il Sovrano˚, * stando chiuso in un carcere, * ti sei preparato alla lotta, * o sacro Stefano, * sostegno dei monaci * e decoro dei martiri; * cosí gli spietati, * buttandosi come belve addosso a te * ti hanno straziato, * trascinandoti iniquamente come agnello innocente, * e hanno posto con gli empi te, * che hai lottato con forza * e che intercedi con franchezza per le anime nostre.Il popolo empio, * cedendo alle empietà * di un empio re, o santo, * ti prese spietatamente a colpi di pietra, * come il primo martire, * e spezzò, o padre, la tua santa testa; * e trascinandoti con ogni crudeltà per le vie, * fece uscire le tue viscere, * o felicissimo, * senza alcuna pietà di te, * nemmeno dopo la morte. * Oh, il tuo coraggio! * La grande pazienza! * La disposizione del tuo animo! * È per questo, o Stefano, * che hai ricevuto la corona che non marcisce˚.Del martire. Stesso tono. Il terzo giorno sei risorto.Celebrando, come dobbiamo, o fedeli, * le lotte del venerabile atleta, * le fatiche del soldato di Cristo, gridiamo al Signore: Per le sue suppliche, liberaci da ogni angustia.Grande pace è venuta da Dio * a te che hai lottato * e hai attraversato la tempesta dei dolori, * o Irenarco beatissimo, * nobile soldato, * e intercessore per quelli che ti celebrano.Lottava con te * un coro di donne * e una divina schiera di fanciulli, * insieme al divino Acacio * che portava a termine la sua lotta con costanza, * e svigoriva l’inganno, * o beato martire Irenarco.Gloria. Del santo. Tono pl. 2. Dello Studita.Dall’infanzia sei stato consacrato a Dio, * o Stefano sacratissimo, * come il grande profeta Samuele˚, * e, salito al monte, * ti sei reso gradito a Dio nella vita monastica. * Ti sei poi accinto con coraggio alla lotta, * e per la sua icona * ti sei sottoposto con grande risolutezza * a tribolazioni ed esilio, * e hai sostenuto catene e prigioni. * Trascinato, battuto, lapidato * e con la testa spezzata, * tu hai ottenuto dal Cristo Dio le corone. * Supplicalo per noi che celebriamo con amore * la tua memoria sempre venerabile, * affinché siamo riscattati da passioni e tentazioni * e dalla tribolazione futura, * e otteniamo la salvezza dell’anima.Ora e sempre. Theotokíon.Nessuno che accorra a te se ne va confuso, o pura Vergine, Madre-di-Dio, ma chiede la grazia e ottiene il dono, secondo ciò che conviene alla sua richiesta.Allo stico, stichirá dall’októichos.Gloria. Del santo. Tono pl. 4.Avendo custodita integra in te l’immagine di Dio, o santo padre, sei insorto pieno di coraggio a favore dell’icona di Cristo, senza lasciarti atterrire dalle minacce del Copronimo,che hai anzi ucciso con la spada dello Spirito. Poiché dunque hai famigliarità con Dio,salva il tuo gregge da tutte le eresie, * o Stefano dalle molte lotte.Ora e sempre. Theotokíon.Accogli, Sovrana, le preghiere dei tuoi servi,e liberaci da ogni angustia e tribolazione.Apolytíkion del santo. Tono 4. Tu che volontariamente.Tu che in precedenza ti eri esercitato nell’ascesi sul monte, distrutti con l’arma della croce * gli schieramenti dei nemici spirituali, o beatissimo, di nuovo valorosamente ti sei accinto alla lotta, * uccidendo il Copronimo con la spada della fede: * e per entrambe le lotte sei stato coronato da Dio,o santo martire Stefano, * degno di essere celebrato.Gloria. Del martire. Tono 4.Il tuo martire, Signore, * con la sua lotta, ha ricevuto da te, nostro Dio, * la corona dell’incorruttibilità: * con la tua forza, infatti, ha abbattuto i tiranni * ed ha anche spezzato le impotenti audacie dei demoni.Per le sue preghiere, * o Cristo Dio,salva le anime nostre.Ora e sempre. Theotokíon.
28 NOVEMBRE 2015
 Santo Stefano il Giovane Monaco orientale, martire
Costantinopoli, 715 – 28 novembre 764

Monaco orientale, visse nell'VIII secolo, durante la lotta iconoclasta, di cui fu vittima e martire. Nato a Costantinopoli nel 715, Stefano si mise dapprima sotto la direzione di un eremita, poi entrò nel monastero di Monte Sant'Aussenzio, in Bitinia, dove divenne abate. Qui visse pregando e svolgendo il lavoro di copiatura di testi. In quel periodo l'imperatore iconoclasta Costantino Copronimo nella sua battaglia contro le immagini sacre aveva preso di mira in particolare i monaci. In seguito al concilio di Hiera, che nel 753 condannò i difensori delle icone, Stefano si schierò apertamente contro l'imperatore. Questo gli costò lunghe vessazioni, prigionie, ingiurie e incarcerazioni. Il 28 novembre 764 Stefano fu ucciso da alcuni ufficiali di palazzo a Costantinopoli, senza l'ordine dell'imperatore. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Costantinopoli, santo Stefano il Giovane, monaco e martire, che, sotto l’imperatore Costantino Coprónimo, sottoposto a vari supplizi per aver difeso il culto delle sacre immagini, confermò con l’effusione del suo sangue la verità cattolica. 


La ‘Vita’ di questo monaco orientale, fu scritta verso l’anno 809 dal suo omonimo il diacono Stefano di Costantinopoli.
Il santo monaco Stefano il Giovane, nacque nel 715 a Costantinopoli, l’antica Bisanzio; da giovane si mise prima sotto la direzione di un eremita, ma poi scegliendo la vita religiosa, entrò nel monastero di Monte Sant’Aussenzio in Bitinia, vicino Calcedonia, dove poi ne divenne egumeno (abate).
Qui visse per anni dedito alla preghiera e come amanuense, il benemerito lavoro dei monaci che copiavano gli antichi testi.
In quel tempo governava l’imperatore d’Oriente Costantino V Copronimo (718-775), figlio di Leone III Isaurico (675-741) l’imperatore che nel 726 aveva iniziato la politica religiosa dell’iconoclastia, contro il culto delle immagini.
Tale movimento iconoclasta era proseguito con il figlio Costantino V, che ingaggiò una dura lotta, specie contro i monaci; convocando anche il Concilio di Hiera, che nel 753 condannò i difensori del culto delle immagini sacre.
L’egumeno Stefano si schierò apertamente contro le norme di questo Concilio, indetto dall’imperatore e non dal papa, norme che saranno poi sconfessate con l’approvazione della venerazione delle immagini, nel successivo II Concilio di Nicea del 787.
Intanto Costantino V Copronimo nel giugno del 762, ingiunse all’egumeno di Monte Sant’Aussenzio, il rispetto e l’adesione dei canoni promulgati a Hiera; essendosi questi rifiutato, fu condotto al monastero di Chrysopoli presso Costantinopoli e da lì inviato in esilio nell’isola di Proconneso, permettendo alla madre e alla sorella di raggiungerlo.
Dopo un anno, nel 763, fu riportato a Costantinopoli dove più di 300 monaci erano stati messi in carcere a motivo del loro attaccamento alla causa del culto delle immagini.
Dopo un’altro anno di continue vessazioni ed ingiurie, il 28 novembre del 764, l’abate Stefano fu ucciso da alcuni ufficiali di palazzo, mentre erano in corso i festeggiamenti per l’imperatrice Eudossia, ma senza alcun ordine dell’imperatore.
La Chiesa Greca lo riconobbe come martire, ponendo la sua commemorazione al 28 novembre e in tale data e qualifica, è incluso nel Martirologio Romano.



Autore: Antonio Borrelli

martedì 24 novembre 2015

25 Nëndorit 2015

Memoria di S.Caterina Martire e S.Mercurio M

Deshmoria e madhe Shejta Ekaterine

                       e Deshmori i mathë Shën Merkuri

Sot, o të besme, loziëm valla me salme e me hjmne tue kënduar t’in’Zoti e tue dhënë nder tendë të Shejtëruame t’tij, arkës shpirtërore çë mban Fialën të papërshkruame . I falet Perëndìs ajò çë lindi mbi fukjit naturore e Kryeprifti i mathë Zaharia e pret mirë me gëzim si faltoria e t’in’Zoti.

 Uniamoci oggi in coro, o fedeli, cantando al Signore con salmi e cantici e venerando la sua dimora santificata, l’arca vivente, che ha accolto il Verbo che nul la può contenere: essa viene infatti soprannaturalmente of fer ta a Dio, mentre è ancora bambina nella carne; e il gran de sacerdote Zaccaria lieto l’ac coglie come tabernacolo di Dio.
 

     Sot faltoria shpirtërore të shejtes lëvdi të Krishtit Perëndìs t’ënë e vetëmia ndër grat e dëlira, e bekuamia, parakjitet te faltoria ligjërore sa të mbetet te shejtoria e shejtravet e bëjën harè këndojën t’in’Zoti tue nderuar me hymne e lëvdì mëmën t’tij. 

      Oggi il tempio vivente della santa gloria * del Cristo Dio nostro, * la pura, la sola benedetta tra le donne˚, * è presen tata al tempio della Legge * per dimorare nel santo dei santi; * si allietano con lei nello spirito * Gioacchino e Anna; * e i co ri delle vergini cantano al Signore * salmeggiando e ono rando la Madre sua.
      Ti ligjërata e profetravet, ti lëvdia e apostojvet, e të gjithë njerëzëvet përtërimi, o Virgjërë mëma e Perëndis. Pse për tij u pajtuam me t’ën’Zonë. Andai na nderojëm të vaturit t’atë në faltore e bashkë me ëngjëjit na tih, gjithë e dëlirë, me salme po të thomi : të fatemi tue u shpëtuar paj t’tij.
          Tu, annuncio dei profeti, * gloria degli apostoli, * vanto dei martiri * e rinnovamento di tutti i mortali, * Vergine Madre-di-Dio: * grazie a te siamo riconciliati con Dio. * Noi onoriano dun que * il tuo arrivo nel tempio del Signore, * e insieme all’an gelo noi tutti, * salvati dalla tua intercessione, * a te, vene rabilissima, acclamiamo sal meg giando: * Gioisci!
           Sot gëzonet kjiteti i Aleksandrìs çë me lutësì ruan te klisha jote djebën t’ënde. Edhè na , o shejta Ekaterinë kremtojëm kujtimin t’ënt të shejt. Lutu ti për atà çë të nderiën.
Tripudia oggi la città di Alessandria, * che amo re vol mente conserva * nel tuo divino tempio * le tue fasce, o martire. * Anche noi dunque * piamente festeggiamo, o Ca terina, * la tua memoria venerabile: * prega per quelli che ti onorano.
           Sot kremtojëm kujtimin t’ënt , o Ekaterinë. Tu me të vërtetë shkele me të folit e me të bërit pushtetin e armikut e kundërshtimet e retorëvet. Paj të lutjevet t’saj ruajna, o i Madh’in’Zot, nga eresìt.
                Festeggiamo ora la memoria di santa Caterina: * con forza essa ha davvero abbattuto, * in parole e opere, * tutte le po tenze del nemico˚ * e l’opposizione dei retori. * Liberaci dun que dalle eresie, o Dio, * per le sue preghiere.
             Gëzou, o Ekaterinë, deshmore e shkjuarë, pse mbi malin Sinai tekù Moiseu pa drizën çë me ziarrin ,Krishti bë të kjilliën kurmin t’ënt sa t’ishë ruajtur njera te të jardhurit t’atë të dyjtë.
Gioisci, martire gloriosissima, * venerabile Caterina: * poiché sul monte Sinai, * dove Mosè vide il roveto che non si consumava˚, * Cristo, che là ha ora trasferito * la tua tenda mortale a Dio gradita, * ti custodisce fino al tempo * del suo secondo avvento.
Lëvdi….
             Te festa e Ekaterinës, e dijshmia tek in’Zot, rrjedhiëm me gëzim, o mikjë të martravet, tue e kurorëzuar me lëvdit t’ona si me lule tue i thënë : Gëzou ti çë mohove të folët të pa turp të gojëmadhëvet retorë e nga padituria i prure te besa e hjynushme. Gëzou ti çë paj të dashuris t’ënde për Kriuesin le kurmin t’ënt t’ishë munduar me disa vjershe e mbete si një kudrë çë ngë lë t’e çajën. Gëzou, pse ti me mundimet t’atë fitove të banoje në kjiell sa të trazhgoje lëvdìn të pasosme, atë çë na të gjithë dishirojëm. U mbaroft këjo shpresë për këndojësit t’atë.
Gloria. Della santa. Tono 2.
              Gioiosamente accorriamo, * o amici dei martiri, * alla so lennità della martire Caterina, * sapiente in Dio, * e coro niamola di lodi, come di fiori, * a lei acclamando: * Gioisci, tu che hai confutato * l’insolenza piena di igno ranza * dei retori ciarlieri, * e li hai guidati alla fede di vi na. * Gioisci, tu che per amore del tuo Creatore, * hai con segnato il corpo * a molteplici tormenti, * e non ti sei la scia ta abbattere, * resistente come incudine. * Gioisci tu che, in compenso delle pene, * sei stata introdotta nelle celesti dimore * e hai ottenuto il gaudio del l’eterna gloria: * che neppure noi tuoi cantori, che ad essa aspiriamo, * veniamo delusi nella nostra speranza.
Nani..
          Posa çë ti u leve , o Zonja e shë Mëri, nuse e t’lartiti , u ndohe pra te faltorëja e t’in’Zoti si një e shejtëruame. Ahierna edhè Gavrili, thom se kle dërguar tek ti e pafajshme, sa të t’bij të ngrënët. Të gjithë u famasën në kjiell si pan Shpirtin Shejt çë mbetej me tij. Andai ti e dëlirshme e pa-faj, në kjiell e mbi dhet e lëvduashme, shpëtò gjithë njerëzit.
Gloria. Ora e sempre. Tono pl. 4.
            Dopo la tua nascita, * o Sovrana, sposa di Dio, * tu sei giunta nel tempio del Signore * per essere allevata nel santo dei santi, * quale creatura santificata. * Allora a te, l’imma co lata, * fu anche inviato Gabriele, * per portarti cibo. * Tutti gli esseri celesti furono nello stupore * vedendo lo Spirito santo di morare in te. * Tu dunque, senza macchia né contami na zio ne, * in cielo e in terra glorificata, * o Madre-di-Dio, * salva la no stra stirpe.
Apostiha
          Me ndihmën e Shpirtit Shejt ti, deshmor Merkurië, tue luftuar kundra armikut si ushtar i pamundëshëm me armën e besës munde mijëra diej. E tue mbaruar luftimin, si mbas rregullavet, more kurorën bashkë me t’jerë athletë, o deshmor i mathë dhe i lum.
Con la forza dello Spirito Santo , tu o grande martire Mercurio,e con l’arma della verità: hai completamente schiacciato al suolo * gli schiera menti dei nemici * e la boria dei demoni, * e hai rice vuto la corona con gli altri atleti dalla mano del tuo Crea tore, e tutti tu salvi .
                       I drejti do t’lulëzonjë si pallmie, si dëllinjë e Libanti ka t’shumësonet.
Il giusto fiorirà come palma, e crescerà come cedro del Libano
            Një ëngjell kle urdhuruar nga Shpirt i Shejt të vij nga kjielli të të shëndoshëj lavomët, o i famasëshmi deshmor. I mfortësuar nga Ai ti durone t’ishe plagosur me ziarr, t’ishe vjerrë i ndejtur e i lidhur gurëve të rëndë tue derdhur gjak nga gjithë anët.
Shejtrat çë jesiën në dhe in’Zot i mbushi me dhuratat e tij.
         Si ti shërbeje në ushtrin e rregjit, o Merkurië, kleve urdhuruar të bëje flijë diejvet, o i lum, e durone mundime e njër vdekjir minore me shumizën e deshmorëvet bashkë me të çilët ti parkales për jetën.
Lëvdi…
          Shpirtërore kle gjella në të çilën u stërvite : kështù përpara gjykatores e njerëzëvet pa Perëndì munde e kjell për e veshurë me lule urdhurimin i tiranti , o shejta Ekaterinë, e mënd’e sosën pullaret e retorëvet.
           Dopo esserti esercitata in una vita immateriale, * hai raggiunto il tribunale ateo * e ti sei presentata con i trofei in mano, * o venerabile Caterina, * fiorente nello splen do re di Dio; * rivestita la forza divina, * ti sei fatta gioco del de creto del tiranno, * e hai fatto tacere, o grande lottatrice, * gli insulsi discorsi dei retori.
Nani
          Sot lusmët e të besmëvet çë mbëjidhen ka t’kremtojëm shpirtërisht këtë ditë e të bijën e mëmën e t’in’Zoti, çë vien kjellur te faltoria e Perëndìs me lutësì do t’madhërojëm. Ajo kle sgledhur nga gjithë jinìt për ndenjë të Krishtit ,rregji e Perëndia i gjithëve.
O Virgjëresha, me lëmpën në dorë jitsëni përpara sa të nderni të vaturit në faltore të Virgjërës. O Mëma, tue lënë mbë nj’anë çëdo lip, me gëzim përsillni tue kënduar mëmën e t’in’Zoti : Atë çë na pru jetës harèn . Gjithë për së bashku me ëngjellin thomi Hirplotës : Të falemi . Asaj çë parkales për shpirtrat t’anë.
               Oggi noi, moltitudini di fedeli qui convenuti, celebria mo spiritualmente una festa solenne, e piamente acclamiamo la Vergine, figlia di Dio e Madre-di-Dio, che viene condotta al tempio del Signore: lei che è stata prescelta da tutte le generazioni, per essere tabernacolo del Cristo, Sovrano universale e Dio di tutte le cose. O vergini, fate stra da recando lampade, per onorare l’augusto incedere della sempre Vergine. O madri, deposta ogni tristezza, seguitela piene di gaudio, per celebrare colei che è divenuta Madre-di-Dio, causa della gioia del mondo. Tutti dunque, insieme con l’angelo, con gioia gridiamo: Gioisci! alla piena di gra zia˚, a colei che sempre intercede * per le anime nostre.
       

        Apolitikjia : Këndojëm të famëshmen nuse e Krishtit shejtë Ekaterinë mbrojtëse e Sinait, atë çë për ne ë strehim e ndihmë. Ajo bë me të vërtetë të kjeteshën sofismet e të palutshmëvet me shpatën e shpirtit e nanì si deshmore lip për gjithë ne shumë lipisi
         Cantiamo la sposa di Cristo degna di ogni lode, la di vina Caterina, protettrice del Sinai, nostro aiuto e soccorso: * essa ha splendidamente chiuso la bocca con la spada dello Spirito˚ * ai piú abili tra gli empi, *ed ora, incoronata come martire, * chiede per tutti la grande misericordia˚.
           Sot na parathuhet pëlkjimi i t’inë Zoti e na paraleçitet shpëtimi i njërëzëvet . Te faltoria e t’in’Zoti Virgjëresha na ‘ftonet e gjithëve na paralajmëron Krishtin. Asaj me zë të lart i thomi na : gëzou ti , i kujdesit i stisorit mbarimi .
          Oggi è il preludio del beneplacito del Signore, * e il primo annuncio della salvezza degli uomini. Agli occhi di tutti la Vergine si mostra * nel tempio di Dio, e a tutti preannuncia il Cristo.  Anche noi a gran voce a lei acclamiamo: Gioisci, compimento dell’economia del Creatore.
Uniamoci oggi in coro, o fedeli, cantando al Signore con salmi e cantici e venerando la sua dimora santificata, l’arca vivente, che ha accolto il Verbo che nulla può contenere: essa viene infatti sopran naturalmente offerta a Dio, mentre è ancora bambina nella carne; e il gran de sacerdote Zaccaria lieto l’accoglie come tabernacolo di Dio

.Sot faltoria shpirtërore të shejtes lëvdi të Krishtit Perëndìs t’ënë e vetëmia ndër grat e dëlira, e bekuamia, parakjitet te faltoria ligjërore sa të mbetet te shejtoria e shejtravet e bëjën harè këndojën t’in’Zoti tue nderuar me hymne e lëvdì mëmën t’tij. 

 

sabato 14 novembre 2015

giovedì 12 novembre 2015

13  NOVEMBRE  2015   MEMORIA 
San Giovanni Crisostomo Vescovo e dottore della Chiesa
Antiochia, c. 349 – Comana sul Mar Nero, 13 novembre 407



San Giovanni Crisostomo Vescovo e dottore della Chiesa
Antiochia, c. 349 – Comana sul Mar Nero, 13 novembre 407
Giovanni, nato ad Antiochia (probabilmente nel 349), dopo i primi anni trascorsi nel deserto, fu ordinato sacerdote dal vescovo Fabiano e ne diventò collaboratore. Grande predicatore, nel 398 fu chiamato a succedere al patriarca Nettario sulla cattedra di Costantinopoli. L'attività di Giovanni fu apprezzata e discussa: evangelizzazione delle campagne, creazione di ospedali, processioni anti-ariane sotto la protezione della polizia imperiale, sermoni di fuoco con cui fustigava vizi e tiepidezze, severi richiami ai monaci indolenti e agli ecclesiastici troppo sensibili alla ricchezza. Deposto illegalmente da un gruppo di vescovi capeggiati da Teofilo di Alessandria, ed esiliato, venne richiamato quasi subito dall'imperatore Arcadio. Ma due mesi dopo Giovanni era di nuovo esiliato, prima in Armenia, poi sulle rive del Mar Nero. Qui il 14 settembre 407, Giovanni morì. Dal sepolcro di Comana, il figlio di Arcadio, Teodosio il Giovane, fece trasferire i resti mortali del santo a Costantinopoli, dove giunsero la notte del 27 gennaio 438. (Avvenire)
Patronato: Preghiere
Etimologia: Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraico
foto di Antonino Antonio Paratore.Emblema: Api, Bastone pastorale
Martirologio Romano: Memoria di san Giovanni, vescovo di Costantinopoli e dottore della Chiesa, che, nato ad Antiochia, ordinato sacerdote, meritò per la sua sublime eloquenza il titolo di Crisostomo e, eletto vescovo di quella sede, si mostrò ottimo pastore e maestro di fede. Condannato dai suoi nemici all’esilio, ne fu richiamato per decreto del papa sant’Innocenzo I e, durante il viaggio di ritorno, subendo molti maltrattamenti da parte dei soldati di guardia, il 14 settembre, rese l’anima a Dio presso Gumenek nel Ponto, nell’odierna Turchia.
(14 settembre: A Gumenek nel Ponto, nell’odierna Turchia, anniversario della morte di san Giovanni Crisostomo, vescovo, la cui memoria si celebra il giorno precedente a questo).
Educato dalla madre, S. Antusa, Giovanni (nato ad Antiochia, probabilmente nel 349) negli anni giovanili condusse vita monastica in casa propria. Poi, mortagli la madre, si recò nel deserto e vi rimase per sei anni, dei quali gli ultimi due li trascorse in solitario ritiro dentro una caverna, a scapito della salute fisica. Chiamato in città e ordinato diacono, dedicò cinque anni alla preparazione al sacerdozio e al ministero della predicazione. Ordinato sacerdote dal vescovo Fabiano, ne diventò zelante collaboratore nel governo della chiesa antiochena. La specializzazione pastorale di Giovanni era la predicazione, in cui eccelleva per doti oratorie e per la sua profonda cultura. Pastore e moralista, si mostrava ansioso di trasformare il comportamento pratico dei suoi uditori, più che soffermarsi sulla esposizione ragionata del messaggio cristiano.
Nel 398 Giovanni di Antiochia - il soprannome di Crisostomo, cioè, Bocca d'oro, gli venne dato tre secoli dopo dai bizantini - fu chiamato a succedere al patriarca Nettario sulla prestigiosa cattedra di Costantinopoli. Nella capitale dell'impero d'Oriente Giovanni esplicò subito un'attività pastorale e organizzativa che suscita ammirazione e perplessità: evangelizzazione delle campagne, creazione di ospedali, processioni anti-ariane sotto la protezione della polizia imperiale, sermoni di fuoco con cui fustigava vizi e tiepidezze, severi richiami ai monaci indolenti e agli ecclesiastici troppo sensibili al richiamo della ricchezza. I sermoni di Giovanni duravano oltre un paio d'ore, ma il dotto patriarca sapeva usare con consumata perizia tutti i registri della retorica, non certo per vellicare l'udito dei suoi ascoltatori, ma per ammaestrare, correggere, redarguire. Predicatore insuperabile, Giovanni mancava di diplomazia per cautelarsi contro gli intrighi della corte bizantina. Deposto illegalmente da un gruppo di vescovi capeggiati da quello di Alessandria, Teofilo, ed esiliato con la complicità dell'imperatrice Eudossia, venne richiamato quasi subito dall'imperatore Arcadio, colpito da varie disgrazie avvenute a palazzo. Ma due mesi dopo Giovanni era di nuovo esiliato, dapprima sulla frontiera dell'Armenia, poi più lontano, sulle rive del Mar Nero.
Durante quest'ultimo trasferimento, il 14 settembre 407, Giovanni morì. Dal sepolcro di Comana, il figlio di Arcadio, Teodosio il Giovane, fece trasferire i resti mortali del santo a Costantinopoli, dove giunsero la notte del 27 gennaio 438, tra una folla osannante. Dei numerosi scritti del santo ricordiamo il volumetto “Sul sacerdozio”, un classico della spiritualità sacerdotale.

Autore: Piero Bargellini



                         13 Novembre 2015
San Giovanni Crisostomo 

                          Vangelo Epistola

Ebrei 7,26-8,2
Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli; egli non ha bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso. La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti all'umana debolezza, ma la parola del giuramento, posteriore alla legge, costituisce il Figlio che è stato reso perfetto in eterno. Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della maestà nei cieli, ministro del santuario e della vera tenda che il Signore, e non un uomo, ha costruito.
Giovanni 10,9-16
Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.








13 NOVEMBRE 2015

 Memoria di San Giovanni I Crisostomo,
 Patriarca di Costantinopoli, Dottore e Padre della Chiesa (Antiochia di Siria, 344 / 354 - Comana Pontica, att. Turchia, 14 settembre 407)





Me melodhi të bukura le t ' lëvdojëm trumbetën të artë veglen të frimëzuarë nga in'Zot,dejtin çë ngë sos i mësimevet,mbështetien e Klishës,mendien kjellore abyssin i díturis,puçerin gjithë ar çë derth lume mësimesh më të ëmbël se mjajti e ujis kriesën
Le të nderoj më si nget Shën Janin me fialën e artë, Yllin çë ngë perëndon çë ndrit gjithë jetën me rrezet e mësimevet,Ligjëruesin i metanies,shpuzën gjithë ar, çë fshijën lotët e të tmerrshmit Dëshpërim e dhrosis si me vesën zëmërat të prishura nga mëkata.
Engjëlli dheut,njeriu i kjielliës dallëndysha çë flet bukurë e me shumë zëre,thesari virtutëvet,shkëmbi çë ngë rrezohet shembëra e të besmëvet,Ai çë matet me Deshmorët e çë ë i të njëjtes rëndesi me ëngjëjit, çë te gjella e 'Tij kërkoi t'i glisëj Apostojvet, kloft madhëruar Gojarti .
lëvdi ....... Gloria. Tono pl. 2.

Shejti tri hërë i lum At,Delmeri i mirë imitues i Kryedelmerit Krishtit, Ti çë vë përpara gjelliën t’ënde për deletnani,o i famëshëm JAN GOJART,lip me lutjet t’ote të kemi na shumë lipìsi.

nani ....Ora e sempre. Stesso tono. Theotokíon.

Kush ngë të lumëron,o Virgjërë gjithë e shejte ? Lindien virgjërore kush ngë t'e këndon ?Pse i vetëmi ler BIRI çë pa kohë nga Ati shkë1kjen Ai vet isht çë leu ngah Ti,o e Dëlira .
Perëndi tue klënë në naturë të vet,mori naturën e njeriut për ne , jo në dy vetë i ndajtur,po u la t'e njihiëm në dy naturë të dalluame.Atij lutju , o e lumja Virgjërë, sa të ket lipisi për shpirtrat t'anë .

Apostiha

  T ’falemi,o orgàn i Klishës i frimëzuar nga in’zot i art e i pëlkjleshëm; gluhë çë për mallin e njerëzëvet vjershët të ndryshmë të metanies na vizaton,o mendie me trajten e arit,dallëndyshe me gojën e artë ; pëllumb fletat e tiçilit,si thonë msalmet,kanë ngjyrën të blertë të virtutëvet ; përrua si ari çë na derth ujërat; gojë e hjynushme e të hjynushmes dashuri për njerëzit dorëzane,lutu Krishtit Perënditë na ket shumë lipisi . 

    Goia jime ka t'flasënjë diturì

  T’falemi,o At i të varfërvet ,ndihmë e shpejtë e të shtipurëvet, i të vapëkjëvet mbërshtetia,ushkjim për të urët të ndrejtur për të mëkatruamit i shpirtravet mjek mendie e mprehtë dhe te të shëndoshurit I zot, i të lartës theoloji përpikëria,i të Shkruamëvet e Shpirtit Shejt kthietësia ,ligjë Vepruese, shembërë e drejtë majë dvfishe urtësie ku arrëjën kulmin veprat e soditia . Lutu o Shejt, Krishtit Perëndi,të ket për ne shumu lipisi.

Goja e të drejtit ka t’mejtonjë dituri.

       Ti, o Shejt, vetëhen t'ënde e bëre një shpi e shejte virtutësh ku erdhën të rrijën atò si te një faltore e shejte dhe e pastrë. Vërteta me urtësi kjëvarrise ndienja e kurmit; si në një thesar i papre-kshëm ruajte të pastër nga epshet shpirtin t'ënt.Prandai , o At i lum , tue i glar t'in’Zoti,u bëre i stolisur me jerarhjin, kryetar te Klisha e Krishtit të çilit Ti lutu,sa të ket shumë lipisi për jetën.

lëvdi ..... Gloria. Tono pl. 2.

0 Hrisostom, Ti vërteta kleve trumbeta me zërin i art tue derdhur mbi zëmërat e të besmëvet margaritarët e mësimevet t'atë të hjynushmë.Si thot Profeti,dolli zëri i mësimevet t'atëo AT i shejt, endriti gjithë kufinet e Botës .

Theotokíon.

Zoti Krisht Bëresi e Liruesi jim,o e Dëlirë, tue dalë nga gjiri jit i veshur me mishët t'im, liroi Adhamin nga nëma e parë.Andai Tij,gjithë e shejite si vërteta Mëma e Perëndis e Virgjëreshë,po thomi pa pushim të falurit Engjë11it: Të falemi,o Zonjë, mbrojtie e pështri shëndetë e shpirtravet t'anë.

APOLITIKJION . Tono pl. 4
    Si një flakë e ndriti jetën e tërë tue shkëlkjìer ai hir i gojës s’ate, o i Shën Jan Gojarti , ajo gojë çë la vistare dorëgjerësie e na dëftoi të lartit e përunjësìs tue na mësuar me fialët t'ote. Lutu për ne Iisù Krishtit Perëndì sa të jen shelbur shpirtrat t'anë.

     Theotokíon theotokjion
0 Ti çë për ne leve nga Virgjëra e durove Krikjien,o i Mirë,Ti tue shkelur mortien me vdekjien,na dëftove ngjallìen si Perëndì. Mos le mbë nj'anë atà çë Ti i dorën t'ënde gjeshe . Dëftò o Lipisiar,dashamirësin t'ënde,prir mirë Mëmën t'ënde çë të leu pse Ajo e Të parkales për ne e shpëtò, o Shelbuesi jinë popullin të dëshpëruam.


venerdì 6 novembre 2015